A Montorfano c’è una petizione contro i nuovi nomi delle vie: «Siamo pronti anche a ricorrere al Tar»

Montorfano Con la modifica degli indirizzi, le strade diventeranno 81 contro le attuali 35. Raccolte 370 firme, ma il sindaco Capiano tira dritto: «È importante ridare un po’ di ordine»

«O il sindaco si ferma qui e fa marcia indietro o siamo pronti ad andare al Tar».

Si è chiusa la raccolta firme contro la rivoluzione toponomastica, fortemente voluta dal sindaco, Giuliano Capuano. Ben 46 nuove denominazioni, tra strade laterali, peduncoli e corti e cortili storici, che porteranno le vie di Montorfano dalle attuali 35 alle future 81.

In totale sono state raccolte 370 firme contrarie a questa rivoluzione per la quale sono in corso le operazioni propedeutiche di sopralluogo, affidate a una ditta specializzata di Forlì. Come aveva preannunciato lo stesso sindaco, la rivoluzione dovrebbe diventare realtà entro l’anno.

La protesta

Gli ex sindaci, Marco Molteni ed Elena Barbavara, nelle scorse settimane avevano sottoscritto una lettera aperta e avevano lanciato una raccolta firme perché questa decisione venisse immediatamente stoppata. Insieme a loro anche l’attuale capogruppo di minoranza, Francesco Frigerio, e l’ex presidente del consiglio comunale, Graziano Salvadé. Centinaia di cittadini si sono espressi contro questa rivoluzione e i relativi disagi.

Nei giorni scorsi le firme sono state depositate e protocollate in Comune, accompagnate dalla lettera dell’avvocato Claudio Linzola, che porta avanti la richiesta di fare marcia indietro a nome di tutti coloro che hanno sottoscritto. L’elenco dei nuovi nomi è davvero rilevante. Per semplificare, solo sull’asse di via Como, strada che dal centro paese porta verso Lipomo e intorno a Piazza Roma spunteranno: vicolo Paolo Manusardi, Corte Beatrice d’Este, Corte Pellegrino Tibaldi, Vicolo Santa Giovanna d’Arco, Corte Maestri Cumacini, Vicolo Benedetto Antelami, Corte Paolo Giovio e via Crotto (quest’ultima in sostituzione di via Crotto Urago). Ma l’elenco è ancora più lungo e riguarda tutto il paese.

Tra i nomi si trovano: via Federico Barbarossa, via alla Cava, Piazzale Libico Maraja, Salita al Castello, via Incighollo, via alla Casina Lossetti, via alla Riserva.

«Danni per i cittadini»

Un’infornata che non piace. Al di là dei nomi, che nella lettera vengono contestati «perché non hanno nulla a che vedere con la storia del paese», il problema sono le ripercussioni e i disagi per i cittadini e come spiega l’avvocato, sono «i danni che questa operazione estende in ogni dove».

Firmatari e avvocato citano leggi e pronunciamenti del Tar e rigettano l’idea del sindaco, che ha presentato le scelte come dovute e necessarie: «La legge tende all’obbiettivo del mantenimento delle denominazioni esistenti: non esiste quindi alcuna esigenza di soddisfare interessi pubblici di natura identificativa. Ogni cittadino ha decine di rapporti (banche, abbonamenti, bollette e altro): è un problema variare indirizzo». La lettera chiede al sindaco di fare marcia indietro: in caso contrario è pronto il ricorso al Tar.

Il sindaco Capuano ribadisce la linea del disordine soprattutto sui numeri civici in molte zone e, dal canto suo, tira dritto: «È stato fatto tutto nel rispetto delle normative e ci sono diverse imprecisioni nelle contestazioni sollevate – ribatte - Purtroppo, ancora una volta coloro i quali si rendono promotori di certe iniziative lo fanno senza conoscere effettivamente le normative e senza pensare al miglioramento del paese. Ancora una volta non si guarda avanti. Riordinare la toponomastica è indispensabile per tanti fattori di cui abbiamo già discusso a lungo. Non ci sono tutte le problematiche che pretestuosamente sono state sollevate. Per alcuni ci vuole solo un po’ di tempo per rendersi conto, che era giusto e doveroso intervenire».

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