A Proserpio un masso con incisioni vecchie di tremila anni: «E adesso va protetto»

La scoperta Il ritrovamento, non troppo comune da noi, effettuato da un cacciatore, che ha poi avvisato i”Nost”. «Parleremo con il Comune per valorizzare la scoperta»

La Compagnia di Nost e i cacciatori di Canzo hanno scoperto un masso di almeno tremila anni fa con delle incisioni cupelliformi o incisioni a coppella. Il manufatto è stato scoperto in una zona di collegamento tra Proserpio e Canzo, sul Monte Spinei e riporta 59 coppelle, contate dal cacciatore che lo ha scoperto. Nei pressi potrebbero esserci altri massi, almeno uno è già stato individuato con ulteriori incisioni.

Le incisioni a coppella sono presenti in varie culture preistoriche e non, non si ha ancora un significato certo, si tratta di semisfere realizzate nei massi in alcuni casi con dei canali di collegamento. Solitamente vengono trovate in zone panoramiche e in Italia la maggiore  concentrazione è in Piemonte. Anche la datazione è incerta e le incisioni coprono un vasto arco di tempo che va dal Mesolitico (fino a 12mila anni fa) a, più frequenti, l’Età del bronzo (fino a 3mila anni fa).

A trovare questo masso è stato un cacciatore di Canzo che fa parte anche della Compagnia di Nost, il ritrovamento durante una battuta di caccia: «Mi ero appostato per una battuta di caccia, ho cercato una posizione rialzata, quindi sono salito su questo masso. Quando ho mosso il piede ho visto sotto le foglie queste coppelle di cui mi aveva parlato Antonio Corti della Compagnia di Nost. Ho quindi segnalato a lui questo ritrovamento sul Monte Spinei, c’è un masso vicino con alcune ulteriori coppelle», spiega Walter Pina.

Antonio Corti presidente dei Nost è un cultore della storia locale e ha preso subito a cuore questo masso: «Sono state contate anche le coppelle presenti e sono 59, si tratta di un esempio di archeologia cupelliforme e ci sono studi già nell’Ottocento che portano diverse interpretazioni. Si va dal passatempo dei pastori a mappe stellari a diversi culti, Antonio Magni studiò le pietre cupelliformi come espressione di culto religioso».

Magni nel 1899  ragguagliava sulle operazioni di rilevamento dei massi cupelliformi di Camerlata ed Albate su cui poi avrebbe fatto uno studio. Uno degli usi più plausibili è che contenessero grasso animale da accendere nella notte.  Prosegue Corti: «Sono incisioni risalente al mesolitico, questo masso si trova in una posizione panoramica che domina la piana erbese. Ora noi ci prenderemo carico della ripulitura del masso per cercare di valorizzarlo e poi parleremo con il Comune di Proserpio per portare a conoscenza questa scoperta, ma anche per proteggerla perché se si trova in una zona anche abbastanza facilmente raggiungibile, quindi non vorremmo fosse interessata da danneggiamenti».

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