Addio Mario, il carabiniere
che proteggeva i magistrati
Ponte Lambro: originario di Nuoro, abitava nell’Erbese con moglie e figlio Era stato anche in servizio nella caserma di Asso, da anni lavorava a Milano
«Da oggi, l’Arma avrà un carabiniere in meno sulla strada, ma un esempio in più da seguire: l’appuntato scelto Mario Soru, spentosi a causa del coronavirus. Mario aveva il delicato compito di proteggere i magistrati. Alla moglie e al figlio l’abbraccio compatto di tutti i carabinieri».
L’annuncio è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri attraverso i canali social nazionali dell’Arma dei carabinieri. Soru, 52 anni, svolgeva la sua attività a Milano ma abitava a Ponte Lambro insieme alla moglie Elisabetta Tagliabue, originaria di Alserio, e al figlio Francesco di 18 anni.
Le complicazioni
Colpito dal Covid-19, è morto ieri per le complicanze di una brutta polmonite all’ospedale Valduce di Como dove era ricoverato.
Originario di Ovodda, in provincia di Nuoro, avrebbe compiuto 53 anni il prossimo 29 aprile. Soru si era formato alla scuola allievi carabinieri di Benevento e nel 1993 era entrato nell’Arma. Per diversi anni ha lavorato alla stazione dei carabinieri di Asso, poi è stato trasferito a Varedo in provincia di Monza Brianza. Nel 2014 l’approdo a Milano nel reparto servizi magistratura, uno dei più delicati.
Nella serata di ieri, anche il Comune di Ponte Lambro lo ha ricordato con un messaggio del sindaco Ettore Pelucchi: «A nome mio e della comunità pontelambrese - ha detto il primo cittadino - ho espresso le condoglianze e la più sentita vicinanza alla moglie Elisabetta e al figlio Francesco. Che da lassù possa vigilare sui suoi cari e stringerli in un abbraccio infinito».
Pelucchi ha ricordato anche le «tante persone che lo amavano e stimavano», come uomo e come servitore dello Stato. Appena la notizia ha iniziato a circolare, il suo profilo Facebook si è riempito di ricordi da parte di amici e colleghi.
Nella memoria di tutti resterà una persona leale e disponibile, sempre legato alle sue radici sarde, un grande carabiniere e padre di famiglia strappato ai sui affetti da quello che tutti definiscono «il maledetto virus».
La cerimonia funebre
A causa delle restrizioni imposte dai decreti ministeriali, non sarà possibile celebrare il funerale. A quanto risulta, la moglie e il figlio hanno già superato il periodo di quarantena imposto dalle autorità sanitarie per essere stati a contatto con il carabiniere nelle settimane precedenti al decesso.n
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