Aggressione con l’acido, come aiutare la vittima in attesa dei soccorsi? I consigli del chirurgo

Dottoressa Anna Scevola è chirurgo plastico all’ospedale Sant’Anna: «Fondamentale non giocare al “piccolo chimico” nel caso di ustioni da acido, ma limitarsi a bagnare la ferita con abbondante acqua fredda»

La terribile aggressione avvenuta martedì pomeriggio in via Pontida, a Erba, ai danni di una ragazza di 23 anni, colpita dall’ex fidanzato con acido muriatico, ha suscitato allarme nella popolazione. La giovane è stata soccorsa da numerose persone che, intorno alle 14, stavano rientrando al lavoro dalla pausa pranzo e hanno assistito ai fatti. Dopo averla picchiata e trascinata per i capelli per diversi metri, l’aggressore ha impugnato una bottiglietta di acido e l’ha gettata in volto alla ventitreenne, colpendola in pieno.

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Provvidenziale l’intervento delle persone che hanno impedito all’aggressore di portare via la giovane e l’hanno messa in salvo, in attesa dei soccorsi. Ma come si può prestare soccorso immediato a una persona ustionata dall’acido, come in questo caso, in attesa del personale specializzato? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Anna Scevola, chirurga plastica dell’ospedale Sant’Anna di Como, dove la giovane aggredita a Erba è stata accolta e curata dall’equipe guidata dal dottor Salvatore Esposito.

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Le linee guida basilari

«Quando abbiamo un paziente ustionato occorre agire secondo le linee guida del paziente traumatizzato - spiega la dottoressa Scevola - ovvero bisogna, come prima cosa, mettere in sicurezza il luogo dove l’ustione è avvenuta così che anche il soccorritore non corra rischi. Se il paziente è incosciente bisogna poi controllare se le vie aeree sono pervie, se respira e se c’è il polso. Inoltre, se il paziente è ustionato e incosciente va messo in posizione laterale di sicurezza in attesa dell’arrivo dei soccorsi».

Raffreddare con acqua corrente

Per quanto riguarda il trattamento delle aree ustionate, invece, la dottoressa Scevola specifica che non c’è differenza se il paziente è cosciente o meno. La prima indicazione della specialista è la seguente: «Qualunque sia la causa dell’ustione l’area va subito raffreddata». Ma com’è possibile farlo? «Con acqua corrente fredda, non è necessaria la fisiologica, ma è assolutamente la prima cosa da fare perché limita l’estensione dell’ustione. Un’ustione funziona un po’ come un’area da bersaglio: c’è una parte centrale, sulla quale non si può intervenire in fase di primo soccorso, mentre la zona intermedia può via via estendersi se non viene raffreddata e infine c’è quella periferica che può essere più o meno limitata. Per limitare al massimo il danno occorre quindi intervenire in particolare sull’area intermedia, raffreddandola appunto con acqua corrente».

Vietato intervenire con altre sostanze sull’ustione provocata da acido

Non solo, soprattutto quando si tratta di ustioni provocate da agenti chimici come l’acido, la specialista ricorda che è fondamentale non inventarsi sul momento soluzioni da “piccolo chimico”. «Molte persone pensano che per ridurre l’effetto dell’acido si possa intervenire con una base, ma è sbagliatissimo perché questo procedimento induce una reazione esotermica che aggrava l’ustione».

La gravità delle ustioni

Una volta compiuto il passaggio fondamentale del raffreddamento dell’area, nel caso sia possibile farlo, occorre coprire la porzione di corpo ustionata con garze, possibilmente garze grasse. «Non tutte le ustioni devono essere valutate da un chirurgo plastico - specifica la dottoressa Scevola - dipende dall’estensione e dalla sede, nonché dalla profondità dell’ustione. Per estensione si intende l’area del corpo coinvolta dal processo traumatico e può essere misurata in vari modi: ad esempio, esiste la regola del 9 che associa a ogni segmento del corpo una percentuale di 9 o multipli di 9 (la coscia vale 9, il torace 9 e così via); quando invece le ustioni sono molto piccole si ricorre alla regola del palmo della mano, che corrisponde circa all’1% della percentuale corporea ustionata».

Togliere i vestiti

Naturalmente anche ciò che provoca l’ustione è determinante nel comprendere come intervenire: ustioni provocate da acqua bollente tendono a rimanere superficiali, mentre quelle provocate da agenti chimici come l’acido tendono ad approfondirsi. Un’ultima indicazione, infine, riguarda i vestiti della vittima: «I vestiti e le cose che coprono la pelle devono essere rimosse il più velocemente possibile: è vero che inizialmente il vestito riduce l’impatto termico, ma col passare del tempo il vestito caldo aggrava l’ustione».

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