Le alghe sul lago di Pusiano sono dovute alle piogge e al caldo anomalo
Ambiente Disposte analisi dell’Arpa sul materiale a riva. Pusiano eco team: «Ci sono anche in acqua»
Nelle zone vicino al lago in questi giorni si possono notare delle chiazze di uno strano colore verde/azzurro: i Comuni della sponda lecchese hanno già comunicato che secondo le analisi di Arpa si tratta di un fenomeno naturale di fioritura algale e cianobatteri.
Sul fenomeno è intervenuto Salvatore Casale del gruppo “Lake Pusiano eco team”: «Il litorale del lago di Pusiano ha questo problema segnalato da cittadini e turisti. Si tratta di grumi e chiazze di alghe planctoniche, depositatesi sul bagnasciuga a causa del progressivo abbassamento del livello idrometrico: una poltiglia che marcisce al sole e che rende non esattamente idilliaca la permanenza sulle sponde lacustri».
Per il gruppo Pusiano Eco Team il problema non è solo legato al colore e all’odore ma si ripercuote anche sulla possibile balneabilità: «Anche nelle acque del lago si presentano ampie fioriture algali, seppure meno visibili dalle spiagge più frequentate dai turisti. Le fioriture algali sono dovute ad una crescita eccessiva dei cianobatteri, che possono anche produrre tossine pericolose per uomini ed animali e rendere l’acqua del lago non idonea alla balneazione».
Le motivazioni vanno però cercate fuori dal lago: «L’eventuale sostanza tossica è prodotta, quindi, all’interno del lago, ma provengono dall’esterno i nutrienti delle alghe, che determinano la condizione di eutrofia, cioè il processo di arricchimento delle acque di nutrienti, che causa una perturbazione dell’equilibrio degli organismi presenti nell’acqua e della qualità delle acque interessate – spiega Casale -. Ad alimentare le alghe sarebbero l’azoto e il fosforo di origine antropica, dilavati e trascinati dalle intense piogge dei giorni scorsi, e l’ondata di caldo anomalo di questi ultimi giorni, creando le condizioni ideali affinché prosperino le alghe planctoniche».
«L’azoto, in particolare, sarebbe prodotto dai fertilizzanti utilizzati nelle attività agricole, mentre il fosforo dalle acque reflue civili ed industriali: scarichi e scolmatori di piena durante gli eventi meteorici intensi, quando viene superata la capacità portante dei canali scolmatori».
Resta quindi d’attendere per capire se le alghe hanno creato problemi per la balneabilità delle acque: «Per sapere se le acque del lago saranno balneabili, attenderemo fiduciosi il risultato dei campionamenti, che saranno eseguiti prossimamente da Ats Brianza per le sponde lecchesi e da Ats Insubria per quelle comasche. In attesa dei giudizi temporanei di idoneità alla balneazione, consigliamo in particolare di non immergersi in presenza di acque torbide, schiume; di evitare di ingerire acqua durante il contatto con acque di balneazione».
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