Altri 396 contagiati e otto morti
L’Ats: «Fra una settimana il picco»

Crescono ancora i pazienti ricoverati: al Sant’Anna si va verso la soglia massima. L’incidenza dei nuovi casi ben oltre il livello di allarme. I numeri comaschi sono da zona rossa

Covid, altri 396 positivi e otto decessi. In un mese i contagi a Como sono cresciuti del 142%, il picco è atteso settimana prossima.

Con 62mila tamponi analizzati, di cui 18mila rapidi, i contagi tracciati ieri in Lombardia sono stati 5.849. Il tasso di positività sale, un positivo ogni dieci tamponi. Sempre molto alto il dato a Milano (+1.394) e Brescia (+1.124), male Varese (+602), Monza (+570) e Pavia (+439), quindi tocca ai 396 casi comaschi. Salgono ancora i ricoveri come ormai succede da quindici giorni, 134 ricoveri in più a livello regionale e 28 letti occupati in più in terapia intensiva.

Ospedali sotto pressione

Nel Comasco gli ospedali pubblici sono in difficoltà. Al Sant’Anna il numero di ricoverati per Covid è arrivato a quota 211, con una soglia di letti a disposizione pari a 240. In totale sono 300 i pazienti negli ospedali pubblico. Nei centri accreditati i dati raccontano di 45 malati ricoverati al Valduce e 22 a villa Aprica.

Il bilancio dei decessi torna a crescere, 81 lutti comunicati ieri in Lombardia contro una media di 50 registrata a fine febbraio. Di questi ,otto riguardano Como, sono 1.810 le vittime comasche dall’inizio della pandemia.

L’andamento dei contagi sul Lario, partendo dalla settimana dell’11 febbraio, ha visto 816 nuovi casi, la settimana successiva 1.347, poi 1.694 ed ora 1.976, l’aumento è esponenziale. Secondo i dati forniti dall’Ats Insubria la nostra provincia ha un’incidenza di 336 casi positivi ogni 100mila abitanti. La soglia massima d’allarme, superata da due settimane, è fissata a 250 casi. Oltre quella soglia il comitato tecnico scientifico consiglia caldamente la zona rossa.

L’età dei nuovi casi si sta leggermente abbassando negli ultimi giorni, più verso i 40 che i 50 anni, complice un maggior numero di minorenni e under 25 positivi. Sono 2.311 gli studenti e gli insegnanti comaschi in quarantena, in aumento rispetto alla settimana precedente, vero è che ormai le lezioni in presenza sono state fermate.

Quanto all’Rt (l’indice di trasmissione del contagio che ci dice quante persone un singolo positivo sta per infettare) è pari circa all’1,25, ben oltre il limite d’espansione della pandemia pari a 1.

Curva in aumento

La nostra provincia è una delle più colpite, la curva è preoccupante nell’Erbese, a Mariano e a Cantù, meno ad Olgiate e a Lomazzo. L’unico territorio di poco sotto all’allerta massimo è il lago. Per l’Ats i nostri dati «non fanno sperare in una riduzione delle misure anti contagio».

«Preoccupa molto il territorio lariano – commenta Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria – detto però che si nota una lieve riduzione dell’incremento. Le trasmissioni crescono, ma leggermente meno rispetto a quanto rapidamente sono salite nelle ultime quattro settimane. Succede anche nelle zone più segnate, Erba e Cantù, sebbene ancora vedano un numero imponente di contagi. Questa debole flessione può essere legata alla zona arancione rafforzata che ha limitato incontri e spostamenti. Le variabili sono molte, ma l’ipotesi è che questa terza ondata veda il su picco settimana prossima. La pandemia però ha altre due fasi successive. Dopo i contagi emergono a volte dei sintomi, quindi si può arrivare al ricovero, laddove molti ospedali contano già una grande percentuale di posti letto occupati. Infine c’è il doloroso dato dei decessi. La speranza è che le migliori cure e la capacità di gestire i pazienti limitino riducano le perdite rispetto alla pesante seconda ondata». Lo capiremo tra circa due settimane. Infine gli esperti sottolineano come le vaccinazioni non incidono ancora su questa terza ondata in corso.
S.Bac.

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