Canzo non dimentica Gabriele Moreno Locatelli. Un cippo ricorda il pacifista ucciso da un cecchino trent’anni fa a Sarajevo
Inaugurazione Il sindaco Nava: «Hai tracciato la strada». La canzone dei Sulutumana dedicata al volontario morto il 3 ottobre 1993
Un esempio di ricerca della pace in un mondo in cui si consumano sempre più spesso guerre. Questo è il tratto di Moreno Gabriele Locatelli emerso domenica 1 ottobre in occasione dell’inaugurazione del cippo che ricorda il canzese nel giorno della sua uccisione, avvenuta il 3 ottobre 1993 per mano di un cecchino, sul ponte Vrbanja del torrente Miljacka a Sarajevo.
Canzo si è fermato per dare corso alla bella cerimonia sulla via Moreno Locatelli nell’area del Parisone in cui il ragazzo viveva. Qui è stato posato un cippo di granito con una frase dello stesso Moreno in cui si dice, e le parole sono quanto mai attuali: «Vi prego gridate che qui la gente muore di granate, di cecchini, di malattie, ma anche di paure, di angoscia, di disperazione, perché non c’è pace, non c’è pace e l’inverno arriva e nessuno crede che non li abbiamo dimenticati. Vi prego gridate». Ad accompagnare il monumento anche una bella foto del pacifista.
Il sindaco Giulio Nava ha portato Moreno come esempio: «Per molti di noi era un amico, un compagno di scuola che ha lasciato un segno profondo nella nostra comunità portando avanti i valori legati alla pace e all’aiuto del prossimo. Moreno deve diventare un simbolo e l’eredità che ha lasciato a noi e al mondo è di una vita incentrata sulla passione e sull’impegno per l’amore e per la comunità, per i valori di pace e di aiuto al prossimo. Locatelli abitava qui al Parisone e con coraggio ha corso un rischio, senza paura, a Sarajevo per amore del prossimo, dei nostri fratelli. Prendete esempio da quello che ha fatto Moreno, ringraziate chi ha segnato la strada».
Il primo cittadino è poi tornato a quei giorni di trent’anni fa, di grande dolore: «Quell’episodio lasciò la comunità senza parole e fece capire il grande valore della pace. Moreno Locatelli era un giovane di 34 anni che amava la pace e la libertà e avrebbe fatto qualsiasi cosa per per difenderle. Subito dopo la sua morte si cercò di capire chi avesse sparato e si dissero molte cose. Ma Moreno fu ucciso dalla guerra, la stessa guerra che flagella ora qui vicino a casa».
«Io non c’ero ma mi aveva colpito quanto accaduto a Moreno e vorrei dire grazie al Signore perché anche tra di noi c’è un testimone importante d’amore, perché senza l’amore si rischiano di perdere queste battaglie per la pace» ha detto il parroco, don Alfredo Cameroni.
Il consigliere regionale Angelo Orsenigo ha ringraziato le autorità presenti rimarcando come la vita di Moreno sia un segno tangibile del bisogno e dell’importanza della pace.
Gian Battista Galli dei Sulutumana ha cantato la splendida canzone composta per Moreno: “Di pane e di pace” ricordando come Locatelli consegnasse il pane a Canzo in motorino con un “gerlo” sulla schiena, e arrivato alla Vallategna caricasse i bambini come lo stesso Gian Battista per permettere loro di fare un giro. Un tuffo nel passato: per i giovani di Canzo quello è stato il primo luna park.
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