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Caso di tubercolosi alla “Puecher”. Il medico: «Ora nessun allarmismo»
Erba Il dottor Favuzza, primario di pediatria all’ospedale, rassicura soprattutto i genitori. «Non ci si contagia facilmente come con l’influenza o il Covid, servono contatti stretti»
«I genitori non devono allarmarsi per la tubercolosi. Non ci si contagia facilmente come con l’influenza e il Covid, servono contatti stretti, ravvicinati e prolungati. E la malattia si eradica con la terapia antibiotica, anche se è latente».
Filippo Favuzza, primario del reparto di pediatria dell’Ospedale di Erba, prova a tranquillizzare le famiglie preoccupate dal caso di tubercolosi riscontrato su un alunno della scuola media Puecher di via Majnoni.
Venerdì gli operatori sanitari di Ats Insubria hanno iniziato a effettuare i test di Mantoux ai contatti stretti del ragazzo, i primi risultati sono attesi all’inizio della settimana.
Famiglie preoccupate
La preoccupazione è tanta. Emerge dalle chat di classe dei genitori, ma solo ieri mattina lo stesso Favuzza ha visitato tre bambini con sintomi influenzali: i genitori temevano potesse trattarsi di tubercolosi, ma i tamponi effettuati dal medico hanno certificato che si trattava di influenza, in un periodo in un cui si registra il picco dei contagi stagionali.
«I sintomi della tubercolosi - spiega Favuzza - sono febbre bassa, tosse con eventuale striato di sangue, sudore notturno, debolezza, perdita di peso; sono sintomi blandi rispetto all’influenza, ma proseguono per diverse settimane. Influenza, bronchite e polmonite si manifestano invece con febbre alta, tosse e dolori più acuti, ma più limitati nel tempo: si parla di giorni, non di settimane».
Il tracciamento dei contatti e la somministrazione dei test, ricorda il pediatra, è competenza dell’autorità sanitaria: i genitori non devono preoccuparsi. «Un altro chiarimento importante - dice il medico - è che il contagio è più difficile rispetto alle forme influenzali o al Covid. Serve un contatto stretto, ravvicinato e prolungato con il soggetto affetto da tubercolosi».
Infezione latente
L’infezione da tubercolosi può anche essere latente.
«Capita che la malattia si manifesti anni più tardi in un adulto che l’ha presa da ragazzo, senza aver mai manifestato i sintomi prima. Ma il test individua la presenza del batterio anche se è latente: che ci siano sintomi o meno, in entrambi i casi si può eradicare completamente con una terapia antibiotica che si protrae per diverso tempo».
L’incubazione della malattia è lunga, si parla di 8-12 settimane. Ecco perché l’autorità sanitaria ripete i test sui contatti stretti a una certa distanza di tempo dai primi rilievi. L’unica seccatura, concede Favuzza, è che i tempi sono lunghi: «Lo sono quelli dell’incubazione e quelli della terapia antibiotica, ma questo non deve essere motivo di allarme. Si affronta tranquillamente».
Ats Insubria si sta occupando del caso erbese e tutti i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale del territorio sono stati informati. Per informazioni si può fare riferimento alla mail [email protected] che è presidiata anche nei giorni festivi.
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