«Ciao Giulia, hai seminato il bene tra noi»

Ponte Lambro Gremita di parenti e amici la chiesa per l’addio alla giovane morta precipitando in Valcamonica. Il ricordo degli amici: «Eri un’anima disposta a dare forza per affrontare ogni cosa, perché tu credevi nelle persone»

«Dalla vita di Giulia continui a germogliare bellezza attraverso il ricordo che abbiamo di lei, attraverso i suoi bei doni che facciamo rivivere nelle nostre stesse vite».

Tante lacrime, abbracci e commozione questa mattina, nella chiesa parrocchiale di Ponte Lambro, dove amici e parenti si sono riuniti per dare l’ultimo saluto a Giulia Vanossi, la giovane di 26 anni scomparsa tragicamente la scorsa settimana a seguito di una caduta in montagna. Occupati tutti i posti a sedere e tantissime anche le persone in piedi, che hanno voluto stringersi in un grande abbraccio a mamma Flora, distrutta dal dolore.

«Forse stamattina qualcuno si aspetta da me una risposta alla domanda “ma perché?” che sorge spontanea davanti a eventi drammatici e inspiegabili come la morte di Giulia – le parole del parroco di Ponte Lambro, don Stefano Dolci -. Oppure qualcuno si aspetta che io cerchi di difendere Dio arrampicandomi sui vetri insaponati. Oggi, come mi capita sempre in simili occasioni, non ho risposte da dare o difese d’ufficio da fare. Sento angoscia profonda davanti a una vita spezzata e al dolore di mamma Flora e a tutti coloro che l’hanno conosciuta. Il prete è una persona che vive di fede ma che, come tutti, attraversa il mistero della sofferenza della morte e, di fronte alla morte di Giulia, risuona la domanda “perché?”. Oggi non sono qui per dare risposte certe. Noi tutti siamo qui affinché l’ascolto della parola di Dio ci faccia crescere nella fede e nella speranza, perché non c’è una risposta umana alla morte di Giulia e alla sofferenza innocente».

E ha aggiunto: «Dal punto di vista cristiano, oggi non celebriamo la fine di una vita, ma il suo compimento, la pienezza della vita di Giulia. Lei ha superato ostacoli molto più impervi e difficili delle montagne che amava scalare e, forse, anche questa passione esprimeva il suo desiderio di non arrendersi di fronte agli ostacoli, la determinazione nel superare le difficoltà interiori ed esterne.

Alcuni amici la ricordano con queste parole: «Eri un’anima disposta ad aiutare tutti, riuscivi a dare forza per affrontare qualsiasi cosa, perché tu credevi nelle persone a volte più delle persone stesse». La vostra presenza oggi in chiesa e nei giorni scorsi nella camera ardente dice che ciascuno porta con sé qualcosa di bello che Giulia ha donato».

Come detto, una presenza davvero importante, segno che la ragazza ha saputo trasmettere qualcosa di profondo a tante persone, nonostante la sua vita si sia interrotta così presto in maniera improvvisa.

L’invito del parroco è stato quello di conservare l’eredità che Giulia ha lasciato. «Ciascuno è chiamato a non disperdere questo dono, ma a farlo fruttificare. Il miracolo deve continuare anche con la vicinanza a mamma Flora, sulle cui spalle ora c’è un peso insopportabile, se portato in solitudine. La vicinanza discreta di questi giorni è una cosa bella, fa pensare che la speranza sia giustificata».

«Cara Giulia, noi oggi piangiamo la tua morte, ma molto di più ringraziamo Dio che ti ha creata e che ti ha resa un dono per molti. Ora che sei arrivata nella pienezza della vita prega per noi, perché possiamo fare anche della nostra vita un dono per gli altri».

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