Civiglio, barricate a difesa della scuola. La richiesta dei genitori: «Non uccidete il quartiere»
Il caso Rapinese insiste: tra i plessi sacrificabili c’è anche quello della piccola frazione in quota. Mamme e papà in rivolta: «Comune incongruente, pronti a difendere la nostra comunità»
«Salviamo le scuole di Civiglio». La razionalizzazione delle scuole annunciata dalla giunta è approdata in consiglio comunale. Il sindaco Alessandro Rapinese, incalzato dalle domande del capogruppo della minoranza di Fratelli d’Italia Lorenzo Cantaluppi, non ha elencato i plessi da chiudere dal 2024, però ha argomentato le possibili ragioni per sacrificare anche le elementari di Civiglio. I genitori della scuola sono già in agitazione e si stanno organizzando per difendere le scuole del piccolo quartiere.
Il fulcro del quartiere
«Siamo preoccupati - dice Simone Cattaneo, un papà - a Civiglio non ci sono negozi e servizi, chiuse le scuole resta poco. La sola logica economica non può prevalere. Nelle classi oggi ci sono 73 alunni, non pochi. Si è vero molti vengono da fuori, ma tolgono utenza alle altre scuole della città troppo popolate. Siamo una periferia da valorizzare». «Così finirà per chiudere anche l’asilo della nostra frazione – spiega Francesco Venditto, un altro genitore – siamo arrabbiati perché così si taglia una scuola di qualità, una scuola tranquilla, nel verde. Nei gruppi Whatsapp le mamme sono in rivolta, meditano petizioni e manifestazioni».
Il primo passo deciso dai genitori in realtà è aiutare la scuola ad organizzare al meglio l’open day del 3 dicembre, così da garantire al plesso tanti nuovi alunni. È un modo per mettere in crisi una eventuale razionalizzazione. Certo immaginare una futura chiusura potrebbe non fare da volano alle iscrizioni. Docenti e preside hanno chiesto al Comune chiarezza.
«Le scuole sono il fulcro della vita del quartiere – dice Matteo Introzzi, papà e segretario del Pd di Convalle – così si crea una spirale che porta a svuotare i quartieri».
«È una scuola viva, bella diversa, accogliente – commenta una mamma, Clementina Cavallanti – per questo in tanti scelgono la nostra scuola, per l’approccio educativo e didattico». Prima del Covid le iscrizioni erano diminuite, ora sono aumentate e sono quasi a regime.
«È una scuola preziosa e sarebbe un errore dirottare tutti nelle scuole di via Brambilla – riflette Luca Merighi, un altro papà –, il Comune faccia chiarezza e dica quali plessi intende chiudere avendo però il coraggio di aprire una discussione». «Civiglio è un paese – spiega Lia Di Leo– le affermazioni fatte in consiglio dal sindaco preoccupano la comunità. Ci stiamo quindi organizzando per difendere la nostra scuola. L’amministrazione pecca di incongruenza, da un lato non chiarisce quali scuole verranno sacrificate per ragioni di edilizia scolastica, ma dall’altro annuncia possibili plessi da chiudere».
Sessanta studenti comaschi
Per Rapinese a Civiglio non c’è un’utenza tale da giustificare la presenza di una scuola, anche guardando agli anni a venire. «Vorrei sapere quanti studenti a Civiglio sono davvero di Civiglio e quanti di Tavernerio – ha detto il sindaco in aula –. Lo stato delle scuole è sotto gli occhi di tutti e non le ho certo fatte mandare in malora io. Ci sono scuole di cui dovremmo vergognarci. Dove prendiamo i soldi per mettere a posto tutte quelle scuole?». Dati alla mano a Civiglio frequentano 73 alunni, 60 sono residenti a Como, 6 a Tavernerio, 4 a Brunate e altri tre vengono da Albese, da Pognana e dalla Tremezzina.
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