Commercialista arrestato per frode

L’inchiesta Le accuse sono quelle di dichiarazione fraudolenta e di emissioni di fatture per operazioni inesistenti. Gianpaolo Palmiero, studio in via Diaz e casa ad Alserio, si è visto anche sequestrare beni per 3 milioni di euro

Per indurre in errore i funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Como che nel mese di settembre del 2019 stavano verificando la sua posizione, avrebbe addirittura utilizzato le credenziali di un cliente per accedere alla sua posta elettronica, trasmettendo in questo modo – ma sostituendosi a chi avrebbe dovuto farlo – comunicazioni contenenti notizie ritenute non vere e documentazione creata appositamente (falsificando le firme) per indurre in errore i funzionari in merito ai rapporti commerciali in essere tra lui e il cliente.

Indagata anche la moglie

Ma avrebbe anche – stando alla nota diffusa ieri dalla Procura della Repubblica – effettuato una serie di comportamenti che avevano il solo scopo di tutelare sé e il proprio patrimonio famigliare avendo però alle spalle anni di evasione delle imposte ma anche di fatture emesse per operazioni ritenute essere inesistenti. Patrimonio – compreso molte case di famiglia, sia in città, sia in luoghi di villeggiatura – che era stato fatto passare prima nelle mani di parenti poi di una società marocchina, la Levant de Participations Holding Offshore, che aveva in lui il procuratore speciale. Ciò che veniva fatto uscire dalla finestra, dunque, nel tentativo di non renderlo aggredibile, rientrava – secondo la tesi della guardia di finanza di Olgiate Comasco che ha effettuato le indagini – passando dalla porta.

Un giro che il pm Massimo Astori ha ritenuto non legittimo, chiedendo al giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un commercialista con studio in via Diaz, Gianpaolo Palmiero, 51 anni, residente ad Alserio. Provvedimento che è stato concesso tanto che ieri il professionista è stato condotto in una cella del carcere del Bassone. Pesanti le accuse che gli vengono rivolte, in un fascicolo che vede indagata a piede libero anche la moglie. Per il pm il commercialista di Como sarebbe sospettato per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante artifici, emissione di fatture per operazioni inesistenti per gli anni 2017, 2018 e 2019 e infine di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, reati commessi da settembre 2015 a giugno 2019 che consentono l’emissione di provvedimenti di sequestro finalizzati alla confisca anche per equivalente.

Il trasferimento delle proprietà

Ed infatti, il gip, oltre a disporre la custodia in carcere, ha anche deciso per una serie di sequestri stimabili in circa tre milioni di euro: tra questi il sequestro finalizzato alla confisca nei confronti della Sed Studio Elaborazione Dati Onlus fino alla somma di 368.073 euro, il sequestro anche per equivalente delle intere quote del capitale sociale della Mavi&Co srl e della Mavi&Co società agricola srls e il sequestro finalizzato alla confisca, delle somme ed altri beni della società cooperativa a responsabilità limitata Sed Nuova Consulenza e della persona fisica sino alla somma complessiva di 1.050.000 euro.

Al commercialista viene contestato pure il trasferimento delle proprietà di immobili (o porzioni di essi) sparsi tra il Bresciano, Alserio, Lipomo, Como (ovvero una quota dello studio di via Diaz), Celle Ligure e Inverigo che in realtà sarebbero state solo apparenti, il tutto per occultare al fisco il patrimonio immobiliare del valore stimato di almeno un milione e mezzo di euro. Questa è – fin qui – la versione dell’accusa, cui ora il commercialista potrà rispondere nell’interrogatorio che verrà fissato per le prossime ore.

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