Dottoressa aggredita a Caglio: è la quarta volta
Il caso Elisa Gilardoni, medico di base: «Bloccata in ambulatorio da un paziente che poi mi ha inseguito». L’ultimo di una serie di episodi: «Ho deciso di ricevere soltanto a Magreglio, mi spiace ma è più sicuro»
Quattro episodi di violenza nel giro di sei mesi, l’ultimo pochi giorni fa. Tanti, troppi. Tanto che Elisa Gilardoni, medico di base, dopo l’ultima aggressione in ambulatorio ha deciso di chiuderlo.
L’ultimo episodio - che risale a martedì scorso - è stato il più grave della serie: un uomo di 55 anni di Caglio l’ha praticamente imprigionata tra scrivania e muro dopo averla più volte insultata. Le è riuscita a scappare in piazza, ma lui ha continuato a seguirla per offenderla, sino all’ arrivo dei carabinieri di Asso.
Provvedimento
L’aggressore, già conosciuto ai militari per altri precedenti, è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio e per violenza a incaricato di pubblico servizio. Dopo questa vicenda, il medico ha deciso di continuare a ricevere ma solo nell’ambulatorio di Magreglio. Una scelta forzata ma sofferta, perché è conscia di creare disagi ai pazienti di Caglio, in particolare a quelli più anziani.
Ma quanto accaduto martedì scorso è stato troppo grave. «Stavo finendo il turno nel pomeriggio - racconta - e lavorando su appuntamento, in ambulatorio c’era solo questo paziente del paese. Gli ho detto di aspettare un attimo e lui ha iniziato ad urlarmi. Poi ha spinto la scrivania contro di me e ha preso a calci la sedia. Praticamente mi ha messo con le spalle al muro impedendomi di uscire. Fortunatamente sono stata abbastanza veloce e sono riuscita a fuggire in piazza».
Ma l’uomo non ha desistito: «Una volta arrivati all’esterno ha continuato a insultarmi. A quel punto sono tornata dentro e mi sono chiusa a chiave in ambulatorio. Ho continuato a lavorare, ma aprivo soltanto al singolo paziente. Qualcuno ha assistito alla scena e ha avvisato i carabinieri di Asso: io ho potuto lasciare l’ambulatorio solo scortata da loro, mentre questa persona continuava a insultarmi».
«Questa persona tra l’altro abita a soli centro metri e per questo motivo ho deciso di non fare più il servizio ambulatoriale a Caglio perché non mi sento sicura - afferma la dottoressa - Qui a Magreglio va meglio perché ci sono due uscite e poi c’è anche la farmacia vicina. Certo, mi dispiace per tutte le persone di Caglio in particolare per i miei pazienti anziani, ma vedremo di trovare una soluzione. Io ho già segnalato la cosa ad Asst. La gente di Caglio è stata magnifica i nel supportarmi e ho ricevuto tantissimi messaggi».
Precedenti
L’episodio non è stato isolato: «No, certo. La prima volta un ucraino rifugiato di guerra che viveva a Sormano ha dovuto aspettare otto minuti - racconta il medico - e poi voleva delle ricette, peraltro non urgenti, che io non potevo compilare, proprio perché lui era un rifugiato. A quel punto mi ha insultato. Io ho segnalato l’episodio».
Altre due situazioni hanno visto protagonisti stranieri senza permesso di soggiorno: «A uno ho dovuto medicare una ferita da arma da taglio e all’altro togliere dei punti. Quando ho chiesto di darmi il nome non hanno voluto e hanno iniziato a insultarmi dicendomi di fare il mio lavoro. Va detto che in questo caso non mi hanno impaurita più di tanto, tant’è che non ho neppure fatto segnalazione».
Ma perché accade proprio qui? «Credo che lo facciano perché sanno che l’ambulatorio è in una zona isolata, che chiude tardi, e - conclude - perché c’è un medico donna».
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