Due cani morti, caduti nelle buche: «Poteva finirci un bimbo, copritele»
Sormano Gli esemplari da caccia sono precipitati nelle voragini delle grotte. Meroni: «Rischio elevato, bisogna intervenire»
Due cani sono stati trovati e recuperati morti nel fine settimana agli ingressi di due gallerie presenti tra Zelbio e Sormano, un grande dispiacere per i cacciatori proprietari ma la preoccupazione è anche in questi buchi nel terreno possano finire accidentalmente persone, magari anche bambini.
Il territorio del Pian del Tivano è tra i più interessanti a livello speleologico, questo comporta purtroppo anche dei rischi se non si presta la giusta attenzione, lo si è scoperto amaramente proprio domenica al momento del ritrovamento dei due animali.
Mario Meroni presidente Uncza (Unione Nazionale Cacciatori zona Alpi) del Triangolo Lariano racconta: «Purtroppo nel fine settimana sono stati trovati due cani di proprietà di cacciatori del Pian del Tivano entrambi morti all’interno degli ingressi di queste grotte usate dagli speleologi. I due animali erano di proprietà di Marco Colombo e di Aurelio Poletti, tutti e due come detto residenti al Pian del Tivano in territorio di Zelbio. I due cani erano scomparsi uno da 8 giorni e uno da 10 giorni, i proprietari li stavano cercando ma mai si sarebbero aspettati di trovarli senza vita all’ingresso di queste grotte».
Meroni rimarca come si tratti di una situazione di pericolo non solo per gli animali: «Siamo dispiaciuti per i nostri cani: per i cani dei nostri cacciatori, ma poteva capitare anche ad un cercatore di funghi, un cacciatore o persino ad un un bambino e ora parleremmo di una tragedia. Purtroppo con l’inverno la vegetazione è cresciuta attorno a questi buchi nel terreno, sono diventati difficilmente visibili e alla fine i cani senza accorgersene sono rimasti intrappolati».
Il presidente dei cacciatori ritiene serva intervenire: «Le buche non sono segnalate e tanto meno recintate, bisogna assolutamente intervenire per una questione di sicurezza. L’appello è in particolare alla Comunità montana del Triangolo Lariano, si deve pensare a recintare questi ingressi o volendo a coprirli, sono assolutamente un problema».
La bellezza del sistema carsico del Triangolo Lariano, conosciuto in tutta Europa, diventa insomma anche un problema perché le grotte attirano persone e si cercano sempre nuovi accessi con anche queste conseguenze: «Ci terrei anche a rimarcare un altro problema, sicuramente di minore entità, ma comunque da risolvere. Nei boschi del nostro circondario ci sono chilometri e chilometri di filo spinato arrugginito, molto pericoloso per gli animali ma anche per gli escursionisti. Una volta questo filo spinato serviva per circoscrivere le piantagioni di pini e larici. Ora gli alberi sono cresciuti e non necessitano più di protezione, bisognerebbe intervenire al più presto con una sostanziale bonifica coinvolgendo magari le associazioni presenti sul territorio. Credo che la Comunità montana si debba fare parte attiva per interventi di questo tipo, importanti per la sicurezza di chi vive la montagna».
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