Erba, il sindaco ordina: «Via l’amianto dall’area ex Enel»

Via Fiume Caprani dopo i sopralluoghi di vigili e Ats ha intimato alla proprietà di rimuovere la sostanza. Entro 30 giorni, altrimenti il Comune lo farà d’ufficio

La società proprietaria dell’ex Enel di via Fiume dovrà demolire e sgomberare entro trenta giorni le coperture contenenti cemento-amianto, materiale pericoloso presente sulla metà dei tetti dell’area dismessa. Dovrà inoltre tagliare la vegetazione incolta e smaltire i rifiuti per evitare la proliferazione di animali nocivi e infestanti.

Sopralluogo

Il sindaco Mauro Caprani torna a occuparsi delle vecchie industrie del centro. Mercoledì ha firmato un’ordinanza a seguito del sopralluogo effettuato all’ex Enel lo scorso 12 settembre da parte dei funzionari comunali, della polizia locale e di Ats Insubria, che hanno accertato condizioni di degrado e la presenza di materiali pericolosi per la salute in un’area urbana densamente popolata compresa fra via Fiume, via Volta e corso 25 Aprile.

Da un primo verbale firmato dai tecnici comunali e dagli agenti della polizia locale, scrive il sindaco, «emerge il cattivo stato manutentivo dell’area nonché la presenza di rifiuti e di materiale presumibilmente contenente amianto».

Un secondo verbale firmato dai funzionari di Ats Insubria conferma il cattivo stato di manutenzione, con vegetazione incolta e rifiuti abbandonati, ma soprattutto certifica «che alcuni fabbricati hanno il tetto realizzato con lastre piane ondulate ai margini e sovrapposte con materiale contenente amianto, con detriti visibili provenienti dalla frammentazione di tali lastre».

In via Fiume, dunque, c’è amianto da sgomberare, anche se Ats non ha mai ricevuto la valutazione sullo stato di conservazione delle coperture previsto dalla legge regionale. Su richiesta di Ats, Caprani ha firmato un’ordinanza per eliminare i fattori di rischio per la salute pubblica.

Il sindaco impone entro trenta giorni la «rimozione, ad opera di ditte specializzate, del materiale contenente cemento-amianto, previa esecuzione di idonei accertamenti analitici al fine di individuarne la pericolosità ed attribuirne il corretto codice». Nell’ordinanza non è specificato, ma si tratta di demolire e smaltire circa la metà dei tetti compresi nell’area dismessa.

La società proprietaria - è la Francesco Ciceri Costruzioni Spa di Albavilla - dovrà poi «interdire l’accesso alle aree limitrofe all’area interessata dalla presenza del materiale contenente cemento amianto sino alla completa rimozione dei manufatti pericolosi».

Inadempienza

Trascorso il termine di 30 giorni, in caso di inadempienza il Comune provvederà alla denuncia all’Autorità giudiziaria per inosservanza del provvedimento e, allo stesso tempo, procederà d’ufficio all’esecuzione dei lavori, rivalendosi poi sulla proprietà per i costi e le relative sanzioni.

Queste sono le disposizioni più importanti sul fronte della salute pubblica, tanto che nell’ordinanza si ricordano le gravi malattie che si possono sviluppare entrando a contatto con resti di amianto. Per quanto riguarda il decoro e l’igiene urbana, sono richieste invece «operazioni di pulizia, sfalcio della vegetazione incolta, smaltimento rifiuti e ogni altro intervento utile ad evitare la proliferazione di animali nocivi ed infestanti».

Il procedimento segue quello, ancora in corso, avviato dal sindaco verso l’ex Gasfire, l’area dismessa confinante. In quel caso è stata ottenuta la messa in sicurezza della facciata ed è in corso da parte della proprietà il censimento dell’amianto.

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