«Erba muore». La provocazione social
scatena il dibattito
Il caso Video di Konrad il brianzolo da 25mila contatti: «La città è piena di auto e vuota di respiro umano». Le reazioni: «Ha ragione, si devono aiutare i negozi»
«Ogni giorno mi rattristo guardando questa città piena di auto e vuota di respiro umano». Su Facebook è già stato visualizzato 25mila volte il video dedicato a Erba da Corrado Dugo, noto ai più come Konrad il brianzolo: il regista sogna «gente a passeggio, un parco vivo e una piazza viva». Le reazioni coinvolgono anche la politica, mentre tanti attribuiscono la desolazione agli affitti troppo elevati chiesti ai commercianti che non riescono a tenere aperto.
Lo spunto, esordisce Konrad, è un post su Facebook firmato dall’ex deputato Marco Romanello, che ha pubblicato una carrellata di fotografie con negozi dalle serrande abbassate. Vedendolo il pensiero è corso all’epoca di suo nonno, Corrado Dugo, protagonista della storia erbese del Novecento.
«Mio nonno - ricorda il regista - era venuto dalla Sicilia e si era innamorato di queste zone e di Erba. Con la Pro Erba ha creato per esempio il tennis e la biblioteca. Se vedesse la città oggi, non so proprio cosa direbbe… Abbiamo bisogno di gente a passeggio, di un parco vivo, di una piazza viva perché l’essere umano ha bisogno di interazione».
Per Konrad «dobbiamo tornare a passeggiare, a incontrarci, a scambiare una battuta con un conoscente. Chiusi nelle nostre auto non parliamo con nessuno». Poi la chiosa amara: «Cara Erba, quando ero ragazzino volevo scappare da te. Oggi vorrei tornare da te e vederti felice, viva, pulita, green. Caro nonno, se non puoi tornare giù manda almeno l’illuminazione a qualcuno e dai la forza di far tornare Erba sana e vivace come era un tempo».
Il ricordo del nonno
Sotto al video di Dugo e al post di Romanello i commenti sono moltissimi. Tutti concordano sulla perdita di attrattività del centro, con tante serrande abbassate e sempre meno persone a spasso. Per qualcuno è un problema comune a tante città, svuotate dai centri commerciali e dal commercio online; per altri il problema sono le cifre esorbitanti chieste dai proprietari dei negozi, che preferiscono tenere i locali chiusi piuttosto che abbassare il canone.
A livello politico Doriano Torchio, fondatore di Democrazia partecipata, lo va ripetendo a ogni seduta del consiglio: «Solo chi cammina a Erba tutti i giorni come me può rendersi conto dei problemi e delle criticità, a partire dai marciapiedi che cadono a pezzi. Ma tutti ormai girano in automobile guardando dritti davanti a sé».
L’allarme
Per Alberto Ciceri del Pd, Konrad ha toccato un nervo scoperto. «La situazione è quella descritta da Corrado. Troppe auto, scarsa attenzione ai pedoni, nessun progetto a lungo termine per risollevare la città».
Tra i commenti più appassionati c’è quello di Luisella Ciceri, capogruppo di Fratelli d’Italia ma soprattutto storica edicolante del centro. «Sarebbe bello - dice - che tutte le persone che si stanno lamentando della chiusura dei negozi da domani mattina andassero ad acquistare in centro. Siamo una risorsa per la città, luoghi di socializzazione e informazione».
Troppo facile, insomma, lamentarsi del centro che si svuota quando gli acquisti si fanno online o al supermercato. «Una città è viva quando ci sono aperti tanti negozi, perché garantiscono anche dialogo e socializzazione». Per salvare il centro serve uno sforzo collettivo, a partire dai cittadini-acquirenti.
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