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(Foto di bartesaghi)
Lo dice uno studio della Camera di Commercio con una crescita che non ha paragoni nella provincia. Zappa: «Imparare ad ascoltare le aziende»
La città del commercio in crisi e delle serrande abbassate riscopre una vocazione artigiana. La Camera di Commercio Como Lecco certifica l’aumento delle imprese artigianali in città: nel 2024 il saldo tra aperture e chiusure è positivo e il numero delle attività complessive è cresciuto rispetto all’anno precedente. L’aumento (1,2%) è superiore a quello degli altri centri con più di 10mila abitanti della provincia di Como, dati migliori si trovano solo nel Lecchese con il capoluogo e Merate.
L’analisi - con dati aggiornati al 31 dicembre 2024 - è stata effettuata a febbraio dall’Ufficio studi e statistiche della Camera di Commercio Como Lecco, che ha dedicato un approfondimento alle imprese nei Comuni lariani con più di 10mila abitanti. I riscontri più interessanti sono quelli relativi alle aziende artigiane, la spina dorsale del territorio erbese e comasco. I numeri sono al netto delle cessazioni d’ufficio, non comunicate direttamente dai titolari ma frutto dei controlli effettuati per l’aggiornamento del registro.
«Per quanto riguarda l’artigianato - si legge nell’analisi della Camera di Commercio - il 31,1% delle imprese del comparto è concentrato negli 11 Comuni maggiori (7.180 su 23.072). Entrambe le città capoluogo registrano aumenti (Como +0,7 con +12 unità, Lecco +1,4% con +15 unità). Anche Merate, Erba e Calolziocorte crescono (rispettivamente, +10, +6 e +3 unità, pari a +3,1 per cento, +1,2% e +1%). I cali più significativi sono registrati da Cantù (-29, -2,2%) e Casatenovo (-5, -2%)».
Se ci limitiamo alla provincia di Como, il dato erbese in termini percentuali è il migliore in assoluto. Erba ha chiuso il 2024 con 502 imprese artigiane registrate, nel corso dell’anno ci sono state 35 iscrizioni e 25 cessazioni; rispetto all’anno precedente, la crescita assoluta del numero di aziende artigiane è di 6 unità.
Il dato colpisce se pensiamo al dibattito che nelle ultime settimane ha animato le pagine erbesi de La Provincia e i social media, con analisi e riflessioni sulla crisi del commercio e sulle serrande abbassate nelle vie centrali. Commercio e artigianato sono comparti che spesso si incrociano, alcune attività si possono considerare al confine, ma gli artigiani - di cui si parla sempre poco rispetto ai colleghi negozianti - sembrano passarsela meglio.
«La crisi si avverte anche nell’artigianato, penso al settore edilizio che inizia a risentire della fine delle agevolazioni disposta dal Governo» premette l’imprenditore Giorgio Zappa, consigliere comunale di maggioranza e titolare della storica azienda artigiana Falpe. «Però a Erba va evidenziato il crescente valore dell’artigianato e del manifatturiero rispetto al commercio. Io sostengo da anni che il tessuto economico cittadino è fatto in primis da attività produttive di vario genere, ma se ne parla sempre meno rispetto ai negozi che hanno un’altra visibilità per la presenza delle vetrine in centro».
Il futuro della città, per Zappa, passa dalle piccole imprese che andrebbero maggiormente ascoltate. «L’artigianato, che resiste e cresce, può essere un volano per la città nel suo complesso. Può far crescere il valore di Erba, a cascata trarrebbero benefici anche le attività commerciali delle vie del centro che oggi sono segnate dalle chiusure».
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