Eupilio, il campione ricoverato
«È un inferno, restate in casa»

La testimonianza di Cristian “mano di pietra” Binda in via di guarigione

Ha tirato un pugno dei suoi anche al coronavirus sconfiggendolo, Cristian “mano di pietra” Binda, 42 anni, campione di arti marziali miste.

In mezzo a tanta negatività la sua ora è una storia positiva, di lotta e di vittoria, come deve essere per un atleta. Dopo dieci giorni ieri la ripresa sancita da un lungo video in cui invita a rimanere a casa perché non bisogna prendere il virus sottogamba. Un calvario quello di Cristian; prima i problemi a casa poi la corsa al pronto soccorso e infine la degenza a Como e a Lanzo d’Intelvi.

«Adesso sto bene, ma l’ho vista abbastanza brutta. Per fortuna sono riuscito a riprendermi in tempi brevi. Non ho avuto bisogno dell’ossigeno, la polmonite sta regredendo. Sono tutti fantastici e disponibili sia qui a Lanzo d’Intelvi che a Como, Como era veramente un inferno. Bisogna stare a casa, rispettare quello che dicono le autorità e i decreti, l’abbiamo capito tutti. Se c’è ancora qualcuno che pensa al contrario deve capire che ci rimette lui e ci rimettono le persone vicine a lui».

Cristian ha accusato difficoltà respiratorie con l’apice venerdì scorso quando “mano di pietra” ha infine deciso di andare al pronto soccorso: «Sono passati una decina di giorni da quando ho avuto i primi sintomi, febbre e tosse, il mio medico mi ha spiegato di prendere la Tachipirina perché comunque c’era poco altro da fare – racconta Binda da Lanzo d’Intelvi - Ho resistito fino a venerdì, poi ho dovuto andare al pronto soccorso perché tossivo continuamente e avevo difficoltà respiratorie. Naturalmente sono risultato positivo al tampone, avevo febbre e polmonite. La sera di venerdì l’ho tra al Sant’Anna: un girone dantesco, non oso pensare come sia a Brescia e Bergamo vedendo come siamo messi a Como».

La situazione per Binda è migliorata: «Non ho avuto necessità dell’ossigeno, stavo male ma non ero grave come chi rimane purtroppo a Como, mi hanno quindi dirottato a Lanzo. E con il passare dei giorni sto migliorando».

Binda ripete che sta bene, nonostante tossisca e fatichi quasi a parlare in certi momenti, a dimostrare quanto si può stare veramente male a causa di questo nemico invisibile a cui non puoi fare alcuna presa, come capita sul quadrato.

Tre i giorni acuti per Binda: «Sono stato male per dieci giorni ma il momento peggiore è stato venerdì, poi sabato ero debilitato, non avevo fame mi bruciavano gli occhi, ero debolissimo. Ora mi sento benissimo nel confronto, faccio i miei esercizi di respirazione e spero di poter tornare a casa in quattro o cinque giorni, anche le lastre sono positive. Mi rifaranno il tampone, che spero sia negativo e poi il ritorno a casa. Ma state attenti, è una battaglia davvero dura».

Cristian non si sente certo pronto per uno dei suoi match: «Direi proprio di no, sono al 30% della mia forma. Sto ancora cercando di capire dove posso aver preso il coronavirus. Sono stato abbastanza isolato, sono uscito solo per la spesa più volte perché ho il frigorifero piccolo. Era ancora il periodo in cui si era tutti ammassati nei supermercati, posso pensare sia successo in quell’occasione. Da tempo non facevo altro che possa aver portato al contagio».

Binda è un campione della Mma la federazione di arti marziali miste, certamente una persona in ottima forma fisica, ma questo non è bastato per evitare il virus. Originario di Rezzago da diversi anni vive ad Eupilio.

Gira anche un “meme” di Binda, quelle foto con testo che impazzano nel web: «Dopo nove giorni di febbre alta e tosse alla fine il fiato stava venendo a mancare e ho dovuto cedere. Adesso sto meglio e vorrei tranquillizzare tutti. Il Covid-19 non è uno scherzo. È peggio di un girone dantesco. Statevene in casa e ne usciremo. Ora mi riposo un po’. Guardia alta, e ci vediamo presto». n 
Giovanni Cristiani

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