Ferito per il tuffo, il percorso. «Un anno per rimettersi»
Eupilio. Il padre di Tommaso Isella parla delle condizioni del ragazzo di 21 anni ricoverato a Lecce
Un incidente con conseguenze lunghe, di oltre un anno, per la riabilitazione, con la speranza di un ritorno il più possibile alla normalità per quanto concerne l’uso del braccio destro. Tommaso Isella, il giovane di 21 anni di Eupilio ricoverato in neurochirurgia all’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, ha davanti un percorso lungo da affrontare. Ora dovrà guarire dal Covid, dopo sarà sottoposto a un’operazione per stabilizzare la colonna vertebrale e da lì in poi inizierà la riabilitazione.
Il ragazzo si è tuffato venerdì dopo le 13 nella Baia dei Turchi, una delle mete più note del litorale di Otranto, un tuffo da circa quattro metri non realizzato perfettamente: il giovane non avrebbe protetto la testa con le braccia.
Il padre Matteo Isella, presidente dell’Arcellasco e dirigente dell’Ati di Erba, ha parlato ieri con i medici, la situazione è quella che ha già raccontato domenica, ma sul percorso da affrontare ora ci sono più informazioni: «Il problema è il braccio destro, non ha particolari difficoltà nella parte sinistra, anche la gamba destra va bene – spiega - Sarà un processo riabilitativo lungo, di oltre un anno e alla fine vedremo quali conseguenze ha lasciato il tuffo».
Ora si attende passi il virus per poi procedere con l’operazione: «Tommaso è risultato positivo, quindi si attende passi il Covid per intervenire chirurgicamente per stabilizzare la colonna vertebrale che ha subito fratture nella parte cervicale – racconta il padre - Poi inizierà il recupero con la riabilitazione, ci vorrà un annetto per capire quali sono le conseguenze».
Il padre riporta il racconto del figlio e degli amici sul tuffo: «Da quello che mi hanno racconta si stavano tuffando un po’ tutti da circa quattro metri, Tommaso non ha messo le braccia per proteggere la testa e nell’impatto con l’acqua ha riportato questa frattura alla colonna vertebrale nell’area cervicale dovuta alla compressione. Ha fatto una sciocchezza insomma, le conseguenze potevano essere anche più gravi di quelle che ha riportato, gli è andata bene. Ora si dovrà armare di pazienza e lavorare per cercare di tornare il più possibile alla normalità».
Giovanni Cristiani
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