Gambizzato nei boschi dello spaccio, processo con sette imputati

Monguzzo L’episodio all’alba del 18 dicembre 2020. Era stato anche picchiato con spranghe e mazze

L’intervento dei carabinieri era iniziato – in piena notte, erano le 4 – dopo la segnalazione di un testimone che aveva udito un colpo d’arma da fuoco provenire dal bosco. Sul posto era stato trovato un ferito, colpito con un colpo di arma da fuoco alle gambe, che era stato ricoverato all’ospedale.

La zona dove l’uomo, originario del Marocco, era stato soccorso (nei boschi di Monguzzo) era già nota per attività legate allo spaccio e proprio per questo la piega che aveva preso l’indagine aveva portato subito al mondo della droga. Il processo su questa vicenda di sangue, che risale al 18 dicembre del 2020, si è aperto ieri mattina in Tribunale a Como con la vittima che si è costituita parte civile.

Sono sette gli imputati, tutti connazionali del ferito: si tratta di Abdelhaq El Hilali (34 anni), Abdellah Bahraoui (irreperibile, 33 anni), Mustapha El Omari (31 anni), Hamza Ben Chaoue (23 anni), Nabil Samad (irreperibile, 30 anni), Aziz El Omary (40 anni) e Youssef Madly, 23 anni nato a Milano e residente nel capoluogo meneghino.

La vittima era stata trascinata di forza fuori dal bivacco che presidiava nei boschi di Monguzzo ed era stata poi gambizzata, colpita con un proiettile di arma da fuoco esploso da distanza ravvicinata che l’aveva raggiunto alla gamba destra. Era poi stato malmenato con spranghe e mazze e pure colpito alla testa con il calcio della stessa pistola. Il tutto dopo essere stato legato mani e piedi. Il ferito – 44 anni – era poi stato soccorso e portato in ospedale al “Manzoni” di Lecco. La difesa sarà affidata agli avvocati Massimiliano Iantorno, Alessandra Bigliani, Mauro Giovannardi e David Gravagna. Le accuse parlano a vario titolo di rapina, lesioni personali e del porto dell’arma da fuoco.

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