Ghisallo, il lupo fotografato mentre azzanna un muflone
Magreglio Lo scatto della fototrappola di Riccardo Rosa risale alla mezzanotte del 21. Il predatore è sub-adulto, la preda un maschio del contingente di 500 ungulati della zona
È probabilmente destinata a diventare un’immagine simbolo della presenza e della convivenza tra il lupo e la fauna selvatica nel territorio lariano quella scattata poco dopo la mezzanotte del 21 marzo (ma l’immagine è stata ufficialmente diffusa soltanto ieri mattina) dalla fototrappola di Riccardo Rosa, guardia venatoria volontaria nonché esperto cacciatore di ungulati del settore San Primo.
La foto in notturna ritrae un esemplare sub-adulto di lupo mentre sta azzannando un muflone maschio a Magreglio, nei pressi della Madonna del Ghisallo. Nell’immagine il lupo, ignaro della presenza della fototrappola, ha ormai fatto propria la preda, che fa parte di un contingente di mufloni stimato nella zona del Triangolo Lariano in circa 500 esemplari.
Il precedente
Lo scorso 9 marzo, sul monte Colmenacco, sopra Nesso, un altro lupo era stato ripreso dalla fototrappola di un giovane cacciatore di selezione, Christian De Palma, nell’ambito della collaborazione tra ungulatisti (e cacciatori in generale) e polizia provinciale nel Triangolo Lariano. Nell’ufficializzare la predazione dell’altro giorno a Magreglio, il comandante della polizia provinciale Marco Testa fa notare che «Nelle ultime tre settimane sono sei i capi di muflone predati in zona» e che c’è in corso un’analisi di dettaglio sui resti di un capriolo che potrebbe anch’egli essere stato vittima di un lupo.
«Dalle immagini rileviamo che si tratta di un esemplare di lupo sub-adulto, accompagnato in talune circostanze da un secondo esemplare - spiega il comandante della polizia provinciale -. La fototrappola conferma che il lupo, in questa porzione di territorio, si è orientato sui mufloni - specie localmente introdotta a scopi venatori sul finire degli anni ’80 - fungendo anche da “regolatore” naturale di questa popolazione».
«Di sicuro il lupo sta colpendo esemplari vulnerabili, gravitanti in aree di pascolo a quote medio-basse - spiega ancora Testa - riconducibili ad ambiti in cui in passato si sono verificati numerosi investimenti o comunque impatti tra mufloni e auto in transito unitamente a danni agricoli. In questo contesto va rimarcata la difficoltà per il lupo di cacciare mufloni insediati in ambienti rupestri, a quote ben più elevate».
Testa vuole anche rimarcare l’importanza del supporto dei cacciatori in queste dinamiche: « E’ per noi fondamentale monitorare spostamenti, abitudini ed eventuali mutamenti di comportamento di questo superpredatore - afferma il comandante della polizia provinciale - ricordando che tale attività si inserisce nel contesto del progetto “Life WolfAlps Eu”, nell’ambito del quale operano anche i carabinieri forestali».
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