Hotel pieni ma il personale non basta: «Ci salva l’alternanza scuola-lavoro, ma servono cinque figure da assumere»
Erba Le attività ricettive in ripresa dopo il lockdown. Conti: «Cerchiamo cinque addetti, non si trovano». Anche Camesasca e Pettine confermano le difficoltà
Turismo, viaggi di lavoro, pernottamenti legati alle manifestazioni sportive. Nell’Erbese gli alberghi tornano a riempire le stanze, dopo tre anni a singhiozzo a causa del Covid-19: ora il vero problema è trovare il personale, a seguito della pandemia i giovani cercano occupazioni più leggere da conciliare con la vita privata.
Giorni fa Silvia Conti dell’hotel Leonardo da Vinci, a due passi da Lariofiere, ha pubblicato un annuncio per un aiuto manutentore, un lavapiatti, una donna delle pulizie, un cuoco e un cameriere, chiedendo di presentarsi in struttura con il curriculum vitae.
L’alternanza scuola-lavoro
«La premessa - dice Conti - è che l’attività ricettiva ha ripreso molto bene. Qualche turista, tanti pernottamenti per lavoro, molti soggiorni legati alle gare sportive sul territorio (è il caso delle squadre di calcio impegnate nelle trasferte). Il problema è trovare le persone adatte: offriamo contratti inizialmente a tempo determinato, secondo il contratto turistico alberghiero, e ci mancano almeno cinque figure. Ci salva l’alternanza scuola-lavoro, abbiamo tre giovani molto bravi, ma non è sufficiente e le selezioni vanno a rilento».
Poi c’è il Castello di Casiglio, già oggetto nei mesi passati di importanti lavori di ristrutturazione (che culmineranno con l’apertura di una grande Spa). «La ripresa dopo la pandemia c’è stata ed è stata robusta - racconta Luca Pettine, che dirige la struttura con la compagna Federica Cattaneo - a settembre e ottobre è andata anche meglio del previsto. In questi mesi il grosso della clientela è business, i meeting aziendali sono una fetta importante del nostro lavoro».
Anche Pettine registra criticità sul fronte del personale. «Senza dubbio fatichiamo a trovare le persone - dice - e non nascondo che siamo un po’ sotto organico, vale per noi e per tutti colleghi di settore. In vista della stagione primavera-estate stiamo già raccogliendo candidature per farci trovare pronti».
Che le prospettive siano buone lo conferma Andrea Camesasca, titolare de Il Corazziere di Merone. «I pernottamenti business vanno fortissimo, i lavoratori sono tornati a viaggiare e a spostarsi sul territorio: lo confermano anche i tanti meeting aziendali che vengono organizzati nella nostra sala allestita nel mulino. Nei fine settimana poi non mancano i turisti, anche in pieno inverno: stiamo investendo nelle bioterme per offrire pacchetti rigeneranti, serve sempre qualcosa di particolare per attrarre il pubblico in un territorio come il nostro».
«Stiamo investendo»
Sul fronte personale, al Corazziere la situazione non è drammatica: nell’hotel di Merone - che non rinuncia mai a prendere qualche giovane per uno stage formativo - c’è una squadra di dipendenti rodata ormai da anni. Da rappresentante degli albergatori di Confcommercio Como, Camesasca conferma però tutte le difficoltà.
«È un mestiere di grande sacrificio, lo era prima del Covid e lo è ancor più dopo la pandemia quando le giovani generazioni tengono in maggior considerazione la vita privata e la conciliazione tra lavoro e tempo libero. Ci sono settori come quello bancario in cui si parla di settimana lavorativa spalmata su quattro giorni, da noi si parla di sei giorni lavorativi con impegno fino a tarda sera».
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