Il bus pieno “salta” la fermata: «Un disagio, mia nipote a piedi»
Albavilla L’ex sindaco di Montorfano racconta l’accaduto. Asf: «Eventi imprevisti hanno generato ritardi»
«Forse sono stato accalorato nel reclamo al telefono, ma non accetto un disservizio del genere e soprattutto le risposte che mi sono state date».
Non nasconde la rabbia Alberto Bianchi, ex sindaco di Montorfano, residente ad Albavilla, che giovedì è stato protagonista di un disagio su una linea del pullman, linea C40, dell’Asf Autolinee. La nipote dell’ex sindaco, come egli stesso racconta, frequenta le scuole medie a Lora. «Termina le lezioni alle 14 e vado sempre io a prenderla – racconta Bianchi – Giovedì non riuscivo, per altri impegni, ad andare come di consueto. Ci siamo quindi organizzati e mia nipote ha preso il biglietto del bus di linea che, da orario, passa sulla statale Brianta, zona Lora, alle 14.15».
Un rientro a casa già organizzato: «Eravamo tranquilli: il bus l’avrebbe caricata a Lora e poi avrebbe proseguito in direzione Lecco fino ad Albavilla - spiega - Sarebbe poi dovuta scendere alla fermata della Rosa, qui in paese, dove sarei andato per riportarla a casa».
Una giornata che doveva quindi essere normalissima con un semplice cambiamento sulle modalità di rientro della giovane albavillese. Ma, poco dopo le 14.15, il nonno è stato contattato dalla stessa nipote perché qualcosa non era andato come previsto: «Per fortuna che ci sono i telefonini: mia nipote mi ha chiamato dicendomi che il bus era passato, ma che non si era proprio fermato, lasciandola di fatto a piedi – prosegue nel racconto l’ex sindaco – Ho lasciato quello che stavo facendo, ho preso l’automobile e sono sceso di corsa a Lora a recuperarla».
Bianchi, assolutamente contrariato, una volta rientrato a casa, ha deciso di prendere la cornetta del telefono e chiamare al centralino Asf: «La rabbia mi è salita ulteriormente – racconta – Mi è stato detto che è normale che quando il bus è pieno non si fermi più. Ma mi domando: allora è normale creare un disagio del genere e lasciare una ragazzina a piedi? Non è una questione mia personale, ma se questo è il modus operandi, anche altri subiscono lo stesso trattamento». A quel punto, «ho alzato la voce e ho chiesto cosa avrebbe dovuto fare mia nipote: mi è stato risposto che poteva aspettare la corsa successiva che passava 40 minuti dopo. Ho deciso di attaccare il telefono perché risposte del genere sono inaccettabili: col freddo di gennaio mia nipote avrebbe dovuto aspettare 40 minuti per un loro disservizio? Semplicemente pazzesco».
Un disservizio che l’ufficio stampa di Asf conferma, spiegandone le cause: «Ci scusiamo per il disagio dell’utente – fanno sapere dall’ufficio stampa - Una serie di circostanze impreviste, tra cui un allestimento cantiere in via Manzoni e un incidente in via Napoleona, hanno generato ritardi imprevisti che hanno di conseguenza determinato un’anomala redistribuzione dell’utenza su alcune corse».
Per eventuali segnalazioni, concludono, «è sempre consigliato inviare una mail a [email protected]».
© RIPRODUZIONE RISERVATA