Il progetto per sciare sul Monte San Primo. No dagli ambientalisti
Il caso Previsto un investimento da cinque milioni. Il Coordinamento: «Intervento assurdo anche secondo i climatologi»
Il progetto di riqualifica del Monte San Primo per poco oltre i cinque milioni di euro, progetto preliminare già finanziato e approvato dalla Comunità montana del Triangolo Lariano e dal Comune di Bellagio non convince gli ambientalisti. Il Coordinamento di 35 associazioni si dice contrario alla parte d’intervento relativa all’innevamento artificiale già presente nello studio di fattibilità e ne chiede lo stralcio.
La bocciatura
«La Comunità montana e il Comune di Bellagio sbagliano a puntare ancora sullo sci e sull’innevamento artificiale. Chiediamo lo stralcio della parte relativa allo sci: sistemazione piste baby, innevamento artificiale, tapis roulant, laghetto artificiale, e anche dei nuovi parcheggi per ulteriori 160 posti, che comportano anche il taglio di un’area boschiva. Nel progetto è prevista anche la ristrutturazione dell’Alpe Borgo, già ristrutturata dalla stessa Comunità montana nell’anno 2012 usufruendo di fondi europei e da allora abbandonata a se stessa e mai messa in gestione». Questo il primo commento del “Coordinamento Salviamo il Monte San Primo”.
«Si prevede ancora di spendere, per la parte relativa allo sci, una fetta consistente, oltre 2 milioni di euro, del totale dei finanziamenti pubblici stanziati per tutti gli interventi previsti, che ammonta a 5.310.000 euro. Oltre a questi, circa 300 mila euro verrebbero destinati alla realizzazione di parcheggi e alla sistemazione di quelli esistenti».
In realtà nei due milioni è presente la dismissione anche dei resti delle piste presenti: «La parte sciistica e di innevamento artificiale non tiene conto del cambiamento climatico. Dal 2022 il Coordinamento si è mosso per offrire una visione della montagna più rispettosa degli equilibri naturali».
«Ribadiamo che la nostra era e resta una campagna di legittima critica ad un progetto assurdo, riconosciuto come tale anche da autorevoli scienziati e climatologi, con oltre 3 mila cittadini che hanno firmato consapevolmente l’appello a salvaguardia del Monte San Primo. Un progetto che, oltretutto, presenta numerose criticità, per esempio non tiene conto delle incertezze legate alla futura gestione degli impianti sciistici. A tal proposito chiediamo: chi è l’imprenditore disposto ad accollarsi gli elevatissimi costi di gestione, senza la certezza delle temperature idonee allo sci e all’innevamento artificiale».
«Vogliono un Luna Park»
«Purtroppo nel progetto non c’è nulla riguardo agli scenari e alla stima economica relativi al futuro affidamento della gestione, una volta realizzati gli impianti. E problemi di gestione potrebbero sussistere anche nel caso dell’ex colonia Bonomelli: considerate le dimensioni della struttura. Infine, si segnala una scarsa trasparenza nella contabilità dei lavori proposti per tutto il progetto. Si vuole trasformare il San Primo in un Luna Park».
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