Il Teatro di Canzo monumento nazionale
Riconoscimento Sì della Camera alla legge che assegna il titolo a 400 strutture in Italia, tra cui anche Como
Il Teatro sociale di Canzo diverrà monumento nazionale, grazie alla legge approvata alla Camera (ora manca il voto del Senato) che assegna il riconoscimento a 400 teatri in diverse regioni d’Italia. Inizialmente il provvedimento era stato pensato per 46 teatri, saliti poi sopra i 400 (con l’inserimento di Canzo) attraverso un emendamento della Commissione cultura. Il piccolo teatro del paese è in ottima compagnia: nell’elenco (in provincia c’è anche il Teatro Sociale di Como), ci sono la Scala di Milano e il Regio di Torino oltre ai teatri di Bergamo, Brescia e Cremona.
La storia
Un’importante conquista per il Sociale canzese. D’altra parte la struttura ha una lunghissima storia: la Società del Teatro sociale di Canzo venne fondata nell’aprile del 1828 da un gruppo di famiglie benestanti. Locali e milanesi: questi ultimi, frequentando il paese per la villeggiatura, tenevano ad avere un teatro.
La progettazione venne affidata all’architetto Gaetano Besia noto per avere firmato anche il palazzo Archinto in via Passione a Milano. L’apertura avvenne il 18 ottobre 1829 con lo spettacolo “Il falso galantuomo” affidato alla Compagnia dei filodrammatici. Un anno dopo, ad apertura avvenuta, la società ottenne anche l’autorizzazione dell’imperatore d’Austria Francesco II
Come altre strutture, il piccolo teatro per un certo periodo fu trasformato anche in cinematografo e nel 1939 l’edificio venne donato alla sezione del fascio di Canzo. Nel 1943 fu usato temporaneamente per ricoverare gli sfollati in arrivo da Milano. Arrivò in seguito il periodo della crisi, tanto che negli anni Ottanta il Sociale venne chiuso per alcuni anni. Il recupero risale al 1985 e la nuova inaugurazione avvenne nel 1990. Importante a questo riguardo fu l’opera svolta dalla Filodrammatica Canzese con il presidente e regista Roberto Testa, recentemente scomparso.
Ora la gestione della stagione teatrale è affidata al Circuito Lombardia arti pluridisciplinari Claps, che ha portato sul palcoscenico di Canzi nomi anche importanti. «Il riconoscimento non è soltanto simbolico - spiega Paolo Emilio Russo, deputato comasco di Forza Italia, capogruppo in commissione Affari costituzionali della Camera - I teatri comaschi potranno infatti accedere a una quota parte dei fondi (dieci milioni all’anno a partire dal 2024) destinati ai teatri dichiarati monumenti nazionali per l’attribuzione di risorse umane, finanziarie e strumentali».
Soddisfatto anche Sergio Gaddi, consigliere regionale comasco di Forza Italia, coordinatore provinciale del partito, nonché membro dell’assemblea nazionale Unesco: «L’industria culturale e creativa è il vero futuro del nostro Paese e anche per il territorio comasco si conferma motore di sviluppo strategico - ha commentato - . L’attenzione dimostrata dal governo e dall’amico onorevole Paolo Emilio Russo sui teatri storici comaschi conferma che si deve lavorare in questa precisa direzione. Il sì della Camera dimostra che la qualità dei luoghi passa per la qualità dei monumenti che li rappresentano al meglio». Ora si attende il sì del senato perché il provvedimento diventi definitivo.
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