La guerra a Erba spiegata agli studenti: «Qui sono cadute le bombe»
I ragazzi del liceo Porta sulle tracce del terribile evento del 1944. Gli ordigni uccisero ottanta persone. La lezione del testimone Emilio Magni
Gli studenti del liceo Carlo Porta sulle tracce dei bombardamenti del 1944. In occasione del Giorno della Memoria, alcuni ragazzi di quinta superiore hanno girato la città per visitare i luoghi colpiti dalle bombe alleate nel corso della seconda guerra mondiale: tra le guide c’era anche il giornalista Emilio Magni, che fu testimone diretto del tragico evento. Il progetto si concluderà con la realizzazione di un video.
L’iniziativa ha coinvolto alcuni studenti dell’ultimo anno che hanno aderito al progetto del professor Alessandro Ghezzi, docente di storia e filosofia. L’obiettivo è realizzare un breve documentario dedicato ai bombardamenti che causarono più di ottanta vittime, raccogliendo i racconti di sopravvissuti e testimoni, riprese dei luoghi colpiti e immagini d’epoca.
Determinante sarà la collaborazione di Enrico Pina, che ha raccolto molti documenti del 1944 e ha curato una mostra sui bombardamenti, e della direttrice del Museo Civico Clelia Orsenigo.
Le visite sul campo si sono aperte con una visita al lavatoio di via Turati accompagnati da Angelo Molinari, presidente del gruppo folcloristico I Bej: qui una bomba uccise 14 ragazze che stavano facendo il bucato e di una di loro, Elide Rossi, non fui mai ritrovato il corpo.
Gli studenti si sono spostati poi nella grande segheria Bartesaghi di piazza del Mercato: qui i titolari hanno mostrato i punti esatti in cui caddero gli ordigni. Dopo una sosta alla cascina “Coso”, che rimase molto danneggiata dalle bombe, i ragazzi hanno raggiunto via Trieste per la parte conclusiva dell’esplorazione.
Nei prati di via Trieste hanno trovato ad aspettarli il giornalista Magni, che all’epoca aveva sei anni. Magni ha raccontato agli studenti del Porta quel che ricorda di quel giorno: «Ero proprio su questo prato con mia mamma - ha detto - quando dal cielo arrivarono le bombe. All’epoca avevo sei anni. Sotto le bombe rimasero uccise mia zia e due cugine, mia madre mi coprì con il suo corpo per salvarmi la vita e rimase ferita gravemente».
Magni ha raccontato la sua storia anche a Ponte Lambro, nella sala di Villa Guaita, nel corso di un dialogo con Manuel Guzzon dell’Anpi. Oggi, sabato primo febbraio, dalle 15 alle 18 la villa ospiterà anche la mostra “Erba 44” dedicata ai bombardamenti che Enrico Pina, Raffaele Serio, Angela Ciceri e Clelia Orsenigo hanno curato lo scorso anno per la città di Erba: i curatori hanno raccolto immagini inedite delle persone che persero la vita in quei due giorni d’autunno.
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