La morte di Pozzoli sull’Etna: «Le scatole nere non funzionavano»
La tragedia La procura ha chiesto l’archiviazione per l’incidente costato la vita all’erbese: «Impossibile risalire alle cause»
Le scatole nere non funzionavano. Quindi non è stato possibile escludere che l’incidente aereo possa essere stato causato da «fattori non accertati o non accertabili che possano aver impedito all’equipaggio di porre in essere le manovre necessarie per evitare l’impatto con il suolo e trarsi in salvo». Ed in ogni caso «deve comunque ritenersi che le indagini svolte» non abbiano «fatto emergere prove di responsabilità penali a titolo colposo in capo a terzi soggetti».
Con queste motivazioni, che hanno però palesato la grave mancanza delle scatole nere che non funzionavano, la procura di Catania – in un atto a firma del pubblico ministero Antonella Barrera – ha chiesto al giudice l’archiviazione del fascicolo per le ipotesi di disastro aviatorio e incendio boschivo che era stato aperto dopo l’incidente aereo che aveva coinvolto il Canadair con a bordo il comandante erbese Matteo Pozzoli e il copilota Roberto Mazzone, tragedia avvenuta nel corso delle operazioni di spegnimento di un incendio boschivo a Linguaglossa (Catania) il 27 ottobre 2022.
La procura siciliana, per fare luce sull’accaduto, aveva affidato un incarico per cercare di ricostruire la dinamica dell’incidente. Il fascicolo è sempre rimasto aperto a carico di ignoti. Indagine molto complessa che era partita con il recupero dei pezzi rimasti e della coda del Canadair portati in un apposito hangar per essere periziati.
Nel lungo quesito venivano poste una serie di domande come lo stato di manutenzione dell’aereo, eventuali difetti o problemi che lo stesso velivolo aveva evidenziato in passato, ma anche i turni di impiego di Pozzoli e di Mazzone, i riposi effettuati, le loro licenze e il percorso di addestramento. A monte di tutto, però, i periti hanno dovuto registrare come «entrambi i registratori di volo, nella giornata del 27 ottobre 2022, non abbiano funzionato con conseguente impossibilità di acquisizione di elementi conoscitivi e di valutazione utili ai fini dell’indagine tecnica».
In una giornata dove, «giova precisare, prima dell’impatto disastroso il Canadair aveva già portato a segno fruttuosamente due lanci di acqua sull’area dell’incendio». La procura ha fatto notare come non siano emersi dubbi «sullo stato di efficienza» del velivolo, come pure quanto i due piloti fossero «dotati di altissime competenze, professionisti esperti e coraggiosi» ciononostante vittime «di un tragico ed inaccettabile evento».
«Il pubblico ministero è pervenuto, forse inevitabilmente, alla richiesta di archiviazione – ha commentato ieri l’avvocato della famiglia Pozzoli, Walter Gatti – Lo stesso pm ha sottolineato come i due piloti fossero dotati ai altissime competenze, professionisti esperti e coraggiosi. Certo è amaro e triste dover prendere atto come le cause tecniche non si siano potute accertare anche perché le “scatole nere” non funzionavano. E ciò dice molto, in ogni caso, su quali siano le condizioni in cui spesso si trovano ad operare questi eroi civili che mettono a rischio la loro vita per rendere un servizio alla comunità».
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