La tangenziale resterà monca?
Per il presidente «ormai poche speranze»
Appello dell’ex ministro a capo di Pedemontana -«La politica si metta d’accordo per recuperare i fondi» - Per completare il peduncolo servirebbero 250 milioni
Il presidente di Pedemontana Roberto Castelli lancia un «accorato appello alla politica per concludere il secondo lotto della tangenziale di Como».
Ma l’impressione è che ormai nemmeno lui ci creda davvero: «Speriamo, ma l’impressione è che ormai non ci creda quasi nessuno».
Pedemontana e Regione hanno annunciato in pompa magna il completamento delle altre tratte autostradali, dimenticando però il moncone comasco, quei tre chilometri che sfociano nel nulla e che sono finora rimasti incompiuti.
Una parte dei politici comaschi punta il dito contro la Regione, l’altra parte contro Roma, al netto delle diatribe però mancano sempre i finanziamenti per completare i lavori.
Somme restituite
«Facciamo i conti della serva – ragiona Castelli, leghista della prima ora, già ministro della Giustizia e sottosegretario ai Trasporti – Contati male serviranno 250 milioni per completare il peduncolo di Como, quei sette chilometri scarsi di strada. Questa almeno è la parte del pubblico, il resto delle risorse si possono recuperare sul mercato con un project financing serio, attraverso banche e investimenti privati. Non è molto. A tal proposito io mi limito a far notare che la Lombardia restituisce ogni anno allo Stato circa 50 miliardi di residui non spesi. E che la Lombardia dopo il referendum sull’autonomia aveva chiesto un maggior peso decisionale e quindi più fondi. Messe insieme le due cose io direi che la tangenziale di Como può saltar fuori». Il primo progetto per collegare Albate ad Albese costa circa 850 milioni di euro, un secondo progetto rivisto abbassava la cifra complessiva a circa 650mila euro.
«Lancio allora un accorato appello ai tanti politici di ogni schieramento – dice ancora Castelli – che giustamente battagliano per il completamento del secondo lotto, affinché si trovi un accordo per reperire le risorse».
Al vertice della Regione però siede la Lega, partito che fa parte anche della larga coalizione di governo, dove c’è anche il Pd che pure da sempre sostiene il completamento dell’opera come del resto Fratelli d’Italia dai banchi dell’opposizione. Salvo il M5S sono tutti d’accordo. L’accorato appello dunque ha pochi contrari. Ma nonostante ciò i comaschi continuano ad aspettare in coda in macchina pagando il pedaggio. Secondo Castelli però è impensabile che Pedemontana e Regione facciano uno sforzo aggiuntivo, impossibile riuscirci da soli. «Già il finanziamento delle altre tratte mancanti è stata un’operazione difficilissima – dice Castelli - per la quale siamo letteralmente impazziti pur di riuscire a mandarla in porto. Non c’è spazio per altri salti mortali».
Finanziamenti scarsi
Le speranze sono dunque poche se tra le infrastrutture viabilistiche finanziate dal governo non figura il secondo lotto. «Gli euro finanziati sopra agli Appennini sono pochi – spiega Castelli – salvo qualche ferrovia».
Insomma la lettura di Castelli, leghista di ferro, è che la Lombardia fa tutto da sola e Roma ha abbandonato i lombardi. Ai comaschi sicuramente è andata peggio, colpa di Roma o colpa di Milano.
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