L’aggiunta di cacao a 10 centesimi ha sollevato un gran polverone a Erba
Il caso Cittadini e baristi divisi sul supplemento al cappuccino del CaffèLatte. Cocco (Maestri del caffè): «Non è corretto, ma ognuno fa quel che vuole»
Ha destato scalpore la notizia data ieri in queste pagine del supplemento di dieci centesimi per l’aggiunta di polvere sul cappuccino al bar CaffèLatte di via Pian d’Erba. In pratica oltre al costo del cappuccino, in quel caso di 2,50 perché con latte vegetale e caffè decaffeinato e il servizio, sullo scontrino appariva anche un costo di 10 centesimi per la polvere che può essere cacao, zenzero o cannella.
La notizia è stata commentata e rilanciata più volte nei diversi spazi social ed è diventata presto di tendenza, ricordando anche l’episodio precedente della richiesta di due euro per tagliare un toast a Gera Lario.
Spruzzatina di cacao: le opinioni
I cittadini di Erba si dividono decisamente così come i colleghi della titolare del bar poco fuori dal centro: «Credo che l’aggiunta di cacao o cannella faccia parte dell’accoglienza, faccia parte del prezzo del cappuccino, pagare una spruzzatina di cacao mi sembra illogico - spiega Domenico Caminiti - Facendo un passo indietro anche il taglio del toast a 2 euro mi sembra assurdo, volendo bastava tagliarlo e lasciarlo sullo stesso piattino. Io in vacanza al sud oltre al caffè mi danno anche il bicchierino d’acqua, ma nessuno lo fa pagare, mi sembra ripeto parte del servizio».
Posizione diversa per Antonio Tedesco: «L’Italia è uno dei pochi paesi in cui non c’è la mancia, mi sembra non ci sia nulla di male a pagare dieci centesimi in più un servizio. Anche perché ormai ci sono diecimila richieste per un barista, diecimila cose in più da fare per un semplice caffè o cappuccio. Mi sembra molto peggio la richiesta di soldi per esempio per un bonifico online».
Gianni Cocco fa parte dell’Accademia Italiana maestri del caffè e lavora anche in caffetterie di Erba e spiega: «Seguo diverse caffetterie, posso capire la richiesta di qualche soldo in più per l’aggiunta della bevanda vegetale, ma le spezie vanno nel prezzo e non è corretto chiedere dei soldi. Poi ognuno nel proprio locale fa quello che vuole, secondo me è più importante aumentare la propria professionalità e puntare su questo».
Cristiano Villa è presente sia ad Erba che a Canzo con la Pasticceria Citterio e spiega: «Di certo è sbagliata la scelta per una questione di marketing, perché comunque ci sono delle regole per fidelizzare la clientela. Però non posso negare che alcuni servizi vanno pagati, ognuno deve essere retribuito per quello che fa. Sembra quasi che in un bar tutto sia dovuto, siamo comunque un’azienda, abbiamo dei costi da sostenere e stiamo lavorando non mi sembra giusto accanirsi contro questa barista».
Senso di responsabilità
Conclude Roberta Sartori della omonima pasticceria in centro città: «Sono un po’ stanca di queste polemiche, di certo non mi permetto di giudicare qualcosa che non conosco nel suo insieme e di cui non conosco il contesto. Noi non facciamo supplemento per il cacao o per la polvere in genere come non facciamo supplemento per il taglio del toast, credo che si debba prendere il servizio con un senso di responsabilità nei confronti del cliente. Poi ripeto non conosco il contesto e se è esposto nel listino un certo costo il cliente può accettarlo o decidere di andare da un’altra parte».
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