L’arcivescovo Delpini a Ponte Lambro in ricordo di Puecher e don Giovanni Strada

La cerimonia Protagonisti della Resistenza in Brianza. Elogiati il «sacerdote coraggioso» e il «giovane eroe». Consegnata la Costituzione ai neo diciottenni presenti

La Festa della Liberazione nel nome di don Giovanni Strada e del partigiano Giancarlo Puecher, protagonisti della Resistenza in Brianza. Ponte Lambro ha celebrato il 25 aprile con una cerimonia a cui ha preso parte anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in paese per ricordare quel parroco “ribelle” che diede vita al primo nucleo partigiano del territorio.

L’arcivescovo è stato accolto dal sindaco Ettore Pelucchi, dal presidente provinciale Fiorenzo Bongiasca, dai sindaci Elvio Colombo (Castlemarte) e Barbara Zuccon (Proserpio), dall’assessore erbese Anna Proserpio, dai rappresentanti dell’Anpi e delle forze dell’ordine. Era presente anche l’attuale parroco di Ponte Lambro, don Stefano Dolci.

La cerimonia

Il corteo si è mosso dal parco di Villa Guaita verso piazza Puecher, per la deposizione delle corone al monumento ai Caduti e alla targa che ricorda il partigiano. La cerimonia è stata organizzata dal gruppo Alpini ed è stata accompagnata dalle note della banda.

Nella sala consiliare del municipio è stato poi presentato il libro “Giovanni Strada e Ponte Lambro”, edito dal Centro ambrosiano con il contributo della Bcc Brianza e Laghi presieduta da Giovanni Pontiggia.

«Non è abituale che un vescovo prenda la parola il 25 aprile - ha detto monsignor Delpini - ma sono qui perché oggi l’attenzione è posata su un prete. Le letture su don Strada e Puecher suscitano domande: cosa rende un gruppo di case un paese, una comunità? Credo che la vicenda di don Giovanni sia una risposta, ha spinto tutti a essere una presenza attiva, ad assumersi responsabilità».

L’arcivescovo ha riflettuto poi sulla capacità di Puecher e dei giovani partigiani di fare i conti con la propria coscienza: «Puecher - ha ricordato - voleva fare il suo dovere per onorare il ricordo della madre defunta. Ed è diventato un esempio di carità, abbracciando i componenti del plotone di esecuzione ripetendo le parole di Gesù».

Il sindaco Pelucchi ha ricordato la convergenza in paese di don Strada, che è stato parroco dal 1921 al 1949, e di Puecher, di cui si celebra il centenario della nascita: il partigiano venne arrestato nel 1943 nella frazione di Lezza, per poi essere processato e fucilato a Erba.

«Rispetto a Puecher su cui è stato scritto moltissimo - ha detto il primo cittadino - di don Strada abbiamo molta meno documentazione. Potete immaginare la mia gioia quando Cesare Grampa del Centro studi Puecher ci ha proposto di lavorare a un libro sulla sua storia».

Gli aneddoti

Lo stesso Grampa ha ricordato alcuni aneddoti sulla vita di Puecher e don Strada, mentre Manuel Guzzon - presidente provinciale dell’Anpi - ha glorificato quel «sacerdote coraggioso» e quel «giovane eroe» che dalla canonica del paese hanno scritto una pagina importante della Resistenza: «La Costituzione italiana - ha detto Guzzon - è nata anche a pochi passi da qui».

Da parte di Bongiasca è arrivato l’auspicio che i tempi siano maturi per fare del 25 aprile una giornata di pacificazione, una festa che possa finalmente abbracciare tutti gli italiani. Pontiggia, presidente della Bcc, si è detto orgoglioso di aver finanziato un libro che sostiene il ricordo di figure tanto importanti: «Vogliamo mostrare la diversità e la specificità di banche come la nostra, basate sulla mutualità, sulla cooperazione e sulla solidarietà».

La giornata si è conclusa con la consegna della Costituzione e del libro su don Strada ad alcuni dei neo diciottenni che hanno partecipato alla manifestazione.

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