«Le opere sul Lambro sono decisive. Altrimenti rischiano i pozzi dell’acqua»
Il caso L’ex sindaco e sottosegretario Turba contesta le accuse degli ambientalisti sui lavori: «Gli argini tutelano le sorgenti che dissetano Canzo, Castelmarte, Ponte Lambro e Proserpio»
L’ex sindaco di Canzo e sottosegretario in Regione Lombardia Fabrizio Turba difende l’intervento di pulizia dell’alveo del fiume Lambro in corso in queste ore per un importo di 600 mila euro.
L’opera è stata in parte contestata in particolare dagli ambientalisti che chiedono anche un intervento di rinaturalizzazione delle sponde e comunque interventi poco impattanti per il letto del fiume.
Turba tiene a precisare di essere stato lui a segnalare la situazione di pericolosità del Lambro nella zona tra Canzo ed Erba e da sottosegretario regionale di avere spinto per ottenere i finanziamenti per l’intervento in corso.
Moderata manutenzione
Nei giorni scorsi Roberto Fumagalli, presidente del circolo ambiente Ilaria Alpi spiegava:«Il Lambro, nel tratto da Canzo a Caslino d’Erba, avrebbe bisogno sì di una moderata manutenzione del verde, ma la vera priorità è la rinaturalizzazione delle sponde».
L’ex sindaco di Canzo ci tiene a difendere il progetto e i lavori: «Innanzitutto la segnalazione della necessità di intervenire in questo tratto l’ho fatta io quando ancora ero sindaco a Canzo.
Una volta arrivato in Regione mi sono speso per cercare di portare i fondi necessari per l’opera e alla fine sono arrivati questi seicentomila euro. La segnalazione partiva principalmente dalla presenza di piante all’interno del Lambro e da una mancata pulizia del letto del fiume, una situazione pericolosa su cui bisognava intervenire e su cui c’è l’accordo di più enti tutti consapevoli del problema».
Turba sposta il discorso del fiume alle aree circostanti: «L’intervento di Fumagalli è fuori luogo, innanzitutto sono contento che dopo essersi battuto per anni per non toccare il letto dei fiumi dopo i recenti episodi avvenuti in diverse aree d’Italia si sia convinto della bontà di queste opere per rimuovere il materiale e fare manutenzione. Per quanto riguarda invece l’aspetto della rinaturalizzazione delle sponde vorrei precisare che a poca distanza dal fiume, meno di dieci metri, ci sono i pozzi Ca’ Nova e Ca’ Bianca, in particolare il più importante è quello Ca’ Nova che dà acqua potabile a Canzo, Castelmarte, Ponte Lambro e anche in parte a Proserpio. È un pozzo importantissimo e va tutelato».
Per sindaco un intervento di rinaturalizzazione delle sponde metterebbe a rischio l’acqua potabile per diversi paesi: «Il Lambro in piena erode gli argini e porta terra e rami verso valle, gli argini servono per tutelare anche i pozzi. Basta pensare cosa può accadere se si porta materiale davanti al pozzo, il rischio è di inquinarlo. Se non ci sono mai stati problemi perché crearli con decisioni così illogiche come quelle proposte. Il vero dato ambientale in questo momento è l’importanza dell’acqua potabile e il rischio di compromettere dei pozzi non è neppure valutato da chi dovrebbe pensare all’ambiente».
L’Ersaf
Roberto Fumagalli risponde in breve: «Nei tratti dov’è naturale va lasciato naturale e lasciata l’alberatura spondale che mantiene l’argine del fiume. In quella zona purtroppo è un canale artificiale. Anche Ersaf sostiene la rinaturalizzazione e ha elaborato un progetto ritenendo di fatto un errore quanto fatto, non credo che ci sia infine correlazione tra il fiume e i pozzi».
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