Liste d’attesa, non è cambiato niente: zero posti per eco, pap test e colonscopia
Salute Telefonate e sito: per molti tipi di esame non c’è disponibilità neanche fuori provincia. La Regione aveva varato un piano per riguadagnare terreno entro l’anno: per ora non funziona
Niente posti per la colonscopia, per un’ecografia all’addome, zero per la risonanza, per un pap test, niente Tac in città, per medici e pazienti la situazione sulle liste d’attesa non accenna a migliorare.
I lettori finita l’estate segnalano i consueti problemi nella prenotazione di esami e visite, nel pubblico come nel privato convenzionato. Fatta una prova ieri mattina, ricette alla mano, in effetti il centro di prenotazione regionale, anche attraverso il fascicolo sanitario, non offre grandi disponibilità. Cercando un appuntamento libero su Como per esempio non si trova posto per fare una colonscopia, il sistema suggerisce di provare di nuovo in un secondo momento.
La situazione
Garantire una prestazione nei tempi però è un diritto, entro il territorio coperto dall’Ats Insubria in effetti un posto c’è, ma a Cittiglio. Invece per un’ecografia all’addome il sistema non propone appuntamenti nemmeno nel Varesotto. Entrambe le richieste sia chiaro per bisogni di cura non urgenti, nel dettaglio però un’emorragia al retto e una colica sono comunque meritevoli di una risposta. Proseguendo con i tentativi, non si trova posto per fare una risonanza magnetica, nemmeno per un pap test, per una Tac con e senza contrasto gli appuntamenti ci sono e anche in tempi ragionevoli, ma solo a Lanzo e a Gravedona, non figurano gli ospedali più centrali come il Sant’Anna, il Sant’Antonio Abate e il Valduce. Per una prima visita oculistica invece risultano diversi posti disponibili da marzo all’ospedale di Erba. Per una prima visita cardiologica per una sospetta ipertensione arteriosa c’è posto a breve a Lanzo, volendo pazientare c’è poi spazio anche a Villa Aprica e dalla prossima primavera al Valduce. Non è detto poi che tentando di persona presso i singoli ospedali agli sportelli non si trovi una soluzione migliore. «Al momento non ci sono disponibilità» è la risposta per un controllo dermatologico ai nei a Como e a Varese. Anche tentando al call center gli operatori confermano la mancanza di sedute. E del resto in città per esempio l’Asst Lariana cerca ulteriori specialisti con misure d’urgenza perché i nuovi specializzandi inseriti d’estate accanto al responsabile dell’unità non bastano.
Il piano regionale
Il problema delle code per accedere alle cure riguarda anche alcuni grandi centri ospedalieri di Milano città non riescono a garantire ai propri pazienti esami in sede. A proposito di liste d’attesa piuttosto si trova con più facilità posto in aree meno densamente abitate, per esempio Sondrio e la Valtellina. Certo spostarsi non è per tutti. Il nodo non è solo nel pubblico, vale lo stesso ragionamento anche per il privato accreditato. Ospedali come il Valduce spiegano di fare il possibile per snellire i tempi, ma gli ambulatori sono oberati, la saturazione dei ricoveri sfiora il 99%.
Quest’estate la Regione aveva annunciato un piano di recupero anche dando mandato ai privati per erogare più visite e controlli per le prestazioni più critiche, entro fine anno. Secondo i medici di famiglia però ad oggi qui poco è cambiato. Si ricorda che le strutture che non offrono un posto in teoria devono prendere in carico le richieste dei pazienti e cercare nelle agende anche degli altri ospedali, sempre entro i confini dell’Ats.
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