Malore fatale fuori dalla chiesa. Addio a monsignor Motta

Erba Don Silvano, 88 anni, collaborava in parrocchia dal 2012. Originario di Brivio, è stato a lungo a Valmadrera e a Seregno

Era appena uscito dalla chiesa di Santa Maria Nascente quando è stato colto da un malore. A nulla è valso l’intervento dei soccorsi: monsignor Silvano Motta, residente in città dal 2012 e molto conosciuto tra la Brianza e il Lecchese, è morto ieri mattina all’età di 88 anni. I funerali verranno celebrati lunedì alle 10.30 nella parrocchia di Seregno, dove ha servito per molti anni, e alle 15 nella chiesa prepositurale di Erba. Verrà poi tumulato nella cappella di famiglia a Brivio, il suo paese natale.

La tragedia

Ieri mattina monsignor Motta è andato a pregare nella chiesa di Santa Maria Nascente, alle 10.15 è uscito dalla porta posteriore per tornare a casa. Arrivato nel vialetto dei cipressi, ha accusato un malore e si è accasciato a terra. Il 112 ha inviato l’automedica e l’ambulanza del Lariosoccorso, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del sacerdote. A ottobre avrebbe compiuto 89 anni, e proprio quest’anno aveva celebrato il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.

Nel 2012 don Silvano è arrivato nella parrocchia erbese di Santa Maria Nascente, all’epoca guidata da don Giovanni Afker, in qualità di collaboratore del vicario episcopale per la formazione del clero e per il clero anziano e ammalato.

In questi anni ha svolto un lavoro prezioso: «È una perdita enorme per la comunità dei fedeli erbesi - dice l’assessore Matteo Redaelli, a nome dell’amministrazione comunale - ma più in generale per la città. Monsignor Motta è stato un grande sacerdote, ricordo un confessore molto sensibile e attento, inoltre ha saputo confortare i preti anziani e malati del nostro territorio con una sensibilità fuori dal comune».

Erba è stata solo l’ultima tappa di una lunga vita al servizio del Signore. Originario di Brivio, è stato economo e rettore del seminario di San Pietro Martire a Seveso, poi segretario dell’arcivescovo di Milano Giovanni Colombo. Per quindici anni è stato parroco a Valmadrera, poi nel 1995 è stato nominato prevosto della parrocchia di San Giuseppe a Seregno: la città brianzola non lo ha mai dimenticato, nel 2019 il consiglio comunale lo ha insignito della cittadinanza onoraria.

Quest’anno, nel mese di marzo, Motta è tornato a celebrare messa a Seregno per il sessantesimo anniversario di sacerdozio. «Pur confidando nella misericordia di Dio che conosce i limiti e le mancanze della mia vita sacerdotale - ha detto nel corso dell’omelia - ringrazio i cittadini di Seregno per la collaborazione e la stima che mi hanno manifestato, chiedo perdono per qualche omissione al mio dovere e di aiutarmi con la preghiera a compiere gli ultimi passi del mio cammino verso la pace eterna».

La prepositurale

Quel cammino è proseguito ancora per qualche mese, segnato dalle fatiche dell’età avanzata. Monsignor Motta, compatibilmente con le sue forze, ha sempre frequentato la chiesa di Santa Maria Nascente, la sua ultima casa spirituale, e lo ha fatto anche ieri mattina.

Le città di Erba e di Seregno ricorderanno il sacerdote lunedì con i funerali, Brivio accoglierà le sue spoglie. Attestati di stima sono arrivati anche da parte dell’amministrazione di Valmadrera: è il paese in cui Motta ha servito da parroco tra il 1980 e il 1995 e in cui è cresciuto il nipote monsignor Gualtiero Isacchi, che nell’aprile 2022 è stato nominato arcivescovo di Monreale da papa Francesco.

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