Nava: «Noi antifascisti». E frena la polemica con Anpi

Canzo I partigiani hanno cantato Bella Ciao sulla tomba del partigiano Sordo. Il sindaco: «No all’intervento, ma solo perché avremmo dovuto concederlo anche agli altri». Celebrazioni separate anche a Erba

Canzo

Il sindaco Giulio Nava ha condannato con forza il fascismo davanti al Monumento ai Caduti Alpini, Anpi e Cgil hanno cantato “Bella ciao” sulla tomba del partigiano Remo Sordo. A Canzo il 25 Aprile delle polemiche, innestate dalla scelta dell’amministrazione comunale di non dare la parola ai rappresentanti dei partigiani, si è risolto con una doppia cerimonia in memoria di chi ha combattuto nella Resistenza.

Il caso è nato dalla denuncia del consigliere di minoranza Paolo Ceruti alla vigilia della festa: «Il sindaco di Canzo si è allineato con quello di Erba, negando la parola ai partigiani alla manifestazione ufficiale» ha detto Ceruti. «Secondo Giulio Nava, l’Anpi è un’associazione come le altre e quindi non si vede perché dovrebbe intervenire».

Separati in casa

Le premesse per uno scontro c’erano, ma la celebrazione si è svolta pacificamente con il sindaco e l’Anpi “separati in casa”.

Il corteo, aperto dai ragazzi delle scuole, è partito alle 10 da Villa Meda. Prima tappa: piazza Garibaldi, con deposizione delle corone ai piedi del Monumento ai Caduti. Poi l’arrivo al cimitero, qui il sindaco ha onorato sei partigiani fucilati il 13 aprile 1945 e ha preso la parola davanti al monumento ai Caduti Alpini.

Nava ha onorato i partigiani e i combattenti della Resistenza che hanno liberato l’Italia dal nazifascismo, poi si è lanciato contro tutti coloro che rifiutano di celebrare il 25 Aprile: «Sono persone che hanno imparato dai padri e dai nonni che il fascismo non era poi così male. Dobbiamo parlare chiaro ai nostri ragazzi, dobbiamo raccontare loro come sono andate le cose».

Il sindaco ha parlato di Mussolini come di un uomo «che stuprava le donne e si vantava di quello che faceva, che ha rinchiuso in manicomio il suo stesso figlio e lo ha fatto morire lì insieme alla donna che lo aveva messo al mondo, che ha scaraventato l’Italia in una guerra che è costata quasi 500mila morti».

Per Nava va condannato «tutto il fascismo che andò al potere attraverso la violenza e restituì all’Italia un bilancio estremamente negativo sotto ogni punto di vista: politico, morale, militare, economico, edilizio, sociale».

Il discorso si è chiuso tra gli applausi e il consigliere Ceruti ha ammesso che «dal punto di vista dei contenuti, le parole di Nava sono state perfette. Peccato che siano in contraddizione con il comportamento dell’amministrazione e con la scelta di non far intervenire l’Anpi». Una scelta che spiega la seconda parte della cerimonia.

La minoranza

Ceruti, insieme ad alcuni rappresentanti dell’associazione dei partigiani e della Cgil, è entrato al cimitero e ha raggiunto la tomba del partigiano Remo Sordo che organizzò le prime bande partigiane sui Corni di Canzo; catturato il 30 dicembre 1944, venne fucilato il giorno successivo davanti al cimitero di Barzio. I rappresentanti dell’Anpi hanno posato sulla tomba la bandiera rossa della Brigata Garibaldi, hanno ricordato la storia di Sordo e dei partigiani canzesi, poi hanno intonato “Bella ciao”.

Per il sindaco la polemica è basata sul nulla. «Il 25 Aprile hanno sempre parlato i rappresentanti delle istituzioni, Anpi non aveva mai chiesto di intervenire - dice Nava a La Provincia - La richiesta non è stata accolta perché avremmo dovuto dare la parola a tutte le realtà che hanno preso parte alla Resistenza, a tutte le associazioni presenti alla manifestazione. Mi sembra di aver chiarito molto bene cosa pensa il sindaco del fascismo e della Resistenza».

Le celebrazioni a Erba

Anche a Erba l’amministrazione comunale e l’Anpi hanno festeggiato separatamente. L’associazione dei partigiani, non potendo intervenire con un discorso alla cerimonia ufficiale, ha deciso di celebrare la Liberazione in anticipo.

«Giovedì sera abbiamo richiamato oltre 150 persone davanti al cimitero maggiore per onorare la memoria di Giancarlo Puecher» dice Manuel Guzzon, presidente provinciale dell’Anpi. «È stato un momento molto sentito con una grandissima partecipazione da parte dei cittadini».

La cerimonia ufficiale si è tenuta invece ieri mattina. Prima la messa celebrata da monsignor Angelo Pirovano nella chiesa di Santa Maria Nascente, poi la posa delle corone ai piedi del Monumento alla Resistenza posto davanti alla scuola media Puecher.

L’assessore M aria Francesca Frigerio ha portato i saluti del sindaco Mauro Caprani, assente per motivi di salute, poi ha dato la parla alla consigliera Erica Rivolta, figlia di partigiano. «Molti di noi sono ancora vicini a quella generazione che ha combattuto per la nostra libertà, abbiamo i racconti dei padri e dei nonni. Dobbiamo lavorare sui più giovani, nelle scuole, come si fa nella scuola alle nostre spalle in cui i ragazzi leggono il testamento di Giancarlo».

Rivolta ha proposto l’allestimento di una mostra in cui verranno raccolti documenti sulla Resistenza. «C’è anche un foglio straordinario che riporta l’organigramma partigiano della zona, con tutti i nomi di battaglia. Se fosse finito nelle mani dei tedeschi o dei fascisti, avrebbe portato alla fucilazione. Sarà l’occasione per ricordare alcuni personaggio che hanno combattuto il regime nella nostra città».

La giornata si è conclusa in piazza del Mercato con “Memoria precaria”, un evento di musica, testimonianze e riflessioni che si è protratto fino a sera. È stato organizzato da associazione Tricheco, Circolo ambiente “Ilaria Alpi”, Emmaus, Lo Snodo, Mani tese, Nisshash e Testa di rapa con il patrocinio del Comune di Erba e il contributo di Auser e Cgil Spi.

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