Oggi l’ultimo saluto al sorriso di Sofia: «Era vita, amava la ginnastica artistica»

Merone Aveva undici anni e la scorsa estate le è stata diagnosticata una rara forma di cancro. La mamma: «Iniziato con un dolore a un ginocchio, purtroppo era un male diffuso e incurabile»

La scorsa estate la piccola Sofia saltava e “volava” sulle sue scarpette da ginnastica artistica raccogliendo applausi e vincendo i campionati regionali. Un anno dopo, Sofia, continua a volare sempre più in alto, come un angelo in cielo nello sgomento di un’intera comunità.

Sofia Grandis, una ragazzina di 11 anni, è scomparsa nelle scorse ore a causa di una forma di cancro dopo sei mesi davvero difficili. La piccola non vedeva l’ora di rimettere ai piedi le sue scarpette da ginnastica e tornare a correre, a sorridere e a giocare, perché alla fine tutto era partito da un banale dolore al ginocchio. Un semplice problema articolare, sembrava, ma poi si è scoperto esserci molto altro, sono passati sei mesi e sette cicli di chemioterapia.

Una storia straziante, difficilmente comprensibile, ha colpito un intero paese tanto da far proclamare il lutto cittadino dal sindaco Alfredo Fusi.

I funerali di Sofia sono in programma oggi alle 15 nella chiesa parrocchiale preceduti dal rosario e al termine si proseguirà per il cimitero locale. Questa mattina dalle 10 alle 12 la piccola Sofia sarà nella Sala del Commiato a Merone in via Emiliani 8/a.

La mamma, Raffaella, racconta di una bambina felice: «Si è cercato di tutelarla in tutti i modi in questi mesi, purtroppo non tornerà a correre e a giocare, nella sua bara abbiamo messo il body che avrebbe dovuto utilizzare per i campionati nazionali di ginnastica artistica. Solo l’estate scorsa Sofia era diventata campionessa regionale di categoria e doveva partecipare al campionato regionale. Ad agosto aveva un gonfiore al ginocchio, pensavamo si trattasse di un problema articolare o di un trauma, quando abbiamo fatto gli accertamenti si è scoperto di un tumore diffuso che aveva raggiunto anche i polmoni: un tumore molto raro ed aggressivo che colpisce tipicamente i ragazzi dai 10 ai 19 anni. Una malattia rarissima, Sofia ha combattuto, ha fatto sette chemioterapie e due radioterapie ma è riuscita a vincere questa battaglia».

Una vita interrotta senza un motivo, senza un preavviso: «Non le abbiamo raccontato tutto fin quando è stato possibile, lei non vedeva l’ora di essere operata al ginocchio per poi tornare a correre e a giocare, non vedeva l’ora di poter frequentare realmente la prima media: in totale ha fatto solo tre giorni di scuola. Abbiamo cercato di non darle informazioni negative, di tutelarla anche non non diffondendo quello che stava succedendo in paese, per non farle arrivare la notizia attraverso altri: magari i compagni di scuola».

La piccola  ha avuto una vita più normale possibile fino agli ultimi giorni: «Due settimane fa l’abbiamo portata al bowling, aveva dei problemi ma alcune attività le poteva svolgere».

La mamma fa un appello: «Non bisogna lasciare soli i malati, soprattutto i bambini, è giusto essere vicini a loro perché per colpa della malattia vengono isolati e mortificati. Invito poi tutti a contribuire per debellare il cancro».

Ieri era la giornata mondiale contro il cancro, una serie di coincidenze, ma forse semplicemente è Sofia che ci guida.

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