Olindo, il video autogol della difesa: «La strage? Io non ho alcun rimorso»

Erba I legali dei coniugi Romano depositano l’autoconfessione al criminologo Picozzi. Immagini mai viste prima in cui l’omicida dice: «È stato come uccidere un coniglio»

Quel video, fino a poche settimane fa, lo avevano visto solo due persone: il criminologo Massimo Picozzi e il giornalista Pino Corrias. Poi la difesa, con una mossa che suona come un clamoroso autogol, ha deciso di allegare quel video agli allegati della richiesta di revisione. E le immagini di Olindo Romano che davanti a una telecamere, con l’aria arrabbiata, dice che l’11 dicembre 2006 «è stato come uccidere un coniglio», sono diventate di fatto pubbliche. Al punto che la trasmissione Quarto Grado le ha messe in onda.

L’ira e la mattanza

I video in questione, in realtà, sono due. Sono stati girati pochi mesi dopo la strage. Olindo Romano è in cella e Massimo Picozzi aveva l’incarico di valutare le sue condizioni psichiatriche. In quei due video il netturbino di Erba non si limita a confessare nuovamente, con lucidità, quanto commesso. La sua, piuttosto, somiglia più a una vera e propria rivendicazione.

Il video è per certi versi impressionante. Perché il protagonista alterna momenti di tristezza, quando si parla della moglie Rosa Bazzi, a momenti in cui cambia letteralmente espressione. In cui il volto si contrae per la rabbi appena l’argomento cade su Raffaella Castagna. L’autore della strage conferma che la scintilla che ha armato lui e Rosa Bazzi è stata la citazione per la causa davanti ai giudici di pace. E, in particolare, un episodio in cui Raffaella avrebbe detto che con i soldi vinti nella causa si sarebbero comprati un nuovo furgone: «Lì non ci abbiamo più visto».

Maglione grigio, capelli cortissimi, occhiali sul volto, Olindo Romano dice: «Noi volevamo andar su e dargli una fila di botte». Conferma che avevano già provato due volte a fare irruzione nella casa di Raffaella, ma in entrambi i casi qualcosa li ha costretti a desistere: «Quella sera ci è andata bene perché siamo andati su e c’era la porta aperta. Sono entrato prima io... non so se gli ho dato una legnata o una sprangata sulla testa.. è caduta per terra secca».

Per quanto riguarda i coniugi Frigerio, il Romano viene ripreso mentre dice che dopo aver visto rientrare la signora Valeria Cherubini lui e la moglie sono rientrati in casa Castagna: «Siamo stati là qualche minuto per dargli il tempo di tornare in casa». Poi però sono usciti: «Io l’unica cosa che mi ricordo è che sono saltato addosso al marito».

«Speriamo muoia anche questo»

Il volto si tramuta in una maschera d’ira quando Picozzi gli chiede se prova rimorso: «Io sinceramente non provo alcun rimorso... niente, niente... Ce lo siamo anche detti: “ma dopo avremo il rimorso di coscienza?”. Io non ne ho neanche uno. Io la notte dormo tranquillo. Anche quando li ho uccisi non è che ho provato dispiacere oppure ho provato disgusto... per me è stata una cosa normalissima come ammazzare un coniglio».

E su Frigerio: «Quando siamo tornati, dopo essere andati a Como, abbiamo saputo che ce n’era uno sopravvissuto. Io ho detto a mia moglie: “speriamo che muoia anche questo”.. invece non è morto e siamo qua».

Venerdì 1 marzo prossimo a Brescia ci sarà la prima udienza nel processo di revisione. E questo video, quasi sicuramente, sarà un’arma nelle mani di chi dice che i colpevoli della strage di Erba sono noti e in cella da 17 anni. I loro nomi? Rosa Bazzi e Olindo Romano.

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