Ospedale di Menaggio a rischio: «Salviamo i reparti per acuti»
Sanità I sindaci preoccupati dopo l’annuncio di Asst sull’impossibilità di riuscire a trovare medici e infermieri
La cittadinanza si è ribellata, gli amministratori hanno preteso garanzie, ma l’ospedale di Menaggio sembra di nuovo in balia della sorte.
L’Asst Lariana, ammettendo le difficoltà a reperire medici e infermieri disponibili a lavorare all’“Erba – Renaldi”, pone due possibilità: mantenere in vita i reparti per acuti (medicina interna, anestesia e rianimazione) con costosi medici a gettone, se Regione Lombardia ne finanzierà l’arruolamento, o, in alternativa, chiudere i reparti per acuti a Menaggio e potenziare quelli del Sant’Anna di Como.
Le reazioni
Tra i sindaci del territorio, assieme allo stupore, torna ad affiorare un comprensibile malumore: «La difesa di quello che c’è attualmente è basilare per garantire i servizi ai cittadini del nostro territorio – rimarca Michele Spaggiari, sindaco di Menaggio – Il reparto di medicina in particolare, visto che, come sottolineato anche da Asst, una larga parte della popolazione residente é anziana e necessita di cure il più possibile vicino a casa». Due mesi fa un incontro pubblico molto partecipato aveva sancito un futuro dell’ospedale con l’assetto che ha sempre avuto. Tutti si erano detti meravigliati delle dichiarazioni dell’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso, che nei giorni precedenti aveva annunciato la trasformazione dell’“Erba – Renaldi” in presidio per soli cronici. Ma tra le parole e i fatti, si sa, c’è spesso un abisso. «La medicina non si deve toccare – ribadisce Spaggiari – Eravamo certi di averlo ben chiarito e non siamo disposti a cedere di un centimetro».
Sulla stessa linea si esprime il primo cittadino di Carlazzo, Antonella Mazza: «Anche due mesi fa si sapeva che il problema vero è la difficoltà a reperire personale, eppure su tutti i fronti si era convenuto di mantenere il nostro ospedale con tutti i suoi reparti di base. Sentir dire ora che l’alternativa ai medici a gettone è la chiusura dei reparti per acuti mi sembra un colpo di spugna su tutti i confronti e gli incontri fatti in questi mesi. Non sono per niente d’accordo – sottolinea Mazza – e sono anche parecchio delusa».
I timori
All’assemblea pubblica di fine giugno per l’ospedale si erano contate 200 persone nell’aula magna della scuola media di Menaggio e altrettante ammassate nel piazzale sottostante.
«È per la gente che occorre non arretrare affatto – dice anche il sindaco di Cavargna, Ermanno Rumi – . I medici a gettone possono essere una soluzione temporanea, ma occorre intraprendere strade diverse per risolvere il problema di carenza di personale. Una collaborazione a livello istituzionale con Gravedona, per esempio, potrebbe consentire di coprire le lacune di medici e infermieri, in attesa di reperire figure di ruolo a Menaggio».
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