Papa Ratzinger era stato invitato a Erba nel 2009 da 43 comuni: «Dopo la strage c’era necessità di vederlo»
La visita mancata L’allora sindaco D’Elia aveva sognato di realizzare questo incontro come conforto in un periodo difficile, ma il sogno rimase tale
C’è anche un viaggio mancato nel rapporto tra il Papa emerito Joseph Aloisius Ratzinger e la provincia comasca. Un viaggio fortemente voluto, nel 2009, in particolare dall’allora sindaco di Sormano Claudio D’Elia, che coinvolse 43 comuni per portare il Santo Padre nel Comasco.
Era metà aprile del 2009 quando D’Elia invitò ufficialmente il Santo Padre, tra le motivazioni la memoria ancora abbastanza fresca della strage di Erba, avvenuta tre anni prima ma ancora ferita lancinante per un vasto territorio.
«Credo la Lombardia e il nostro territorio abbiano bisogno di sentire e vedere il Santo Padre, dopo la strage di Erba, il suo valore sociale e i suoi risvolti mediatici, dopo la continua perdita di lavoro che ha colpito fortemente la Regione, dopo diversi episodi meno clamorosi avvenuti, serve una visita di Sua Santità per riappropriarci della religiosità», spiegava l’allora sindaco di Sormano, rimasto in carica un solo mandato.
D’Elia aveva coinvolto diversi paesi nel suo sogno, perché tale è rimasto: «Quarantatré paesi hanno appoggiato la mia iniziativa – annunciava D’Elia a settembre dello stesso anno - In molti hanno espresso una piena disponibilità a intervenire, anche economicamente». Tra le adesioni che erano arrivate, «citando solo alcuni centri e mi dispiaccio per gli altri che non nomino - proseguiva D’Elia - da Caslino d’Erba, Merone, Civenna, Barni, Castelmarte, Campione d’Italia, Fino Mornasco, Bosisio Parini, Dongo, Pescate. Inutile dire che questa massiccia risposta mi fa molto piacere».
«Ho parlato con il nostro parroco, con la Curia di Milano e con la Santa Sede, se certe condizioni si realizzano credo che Papa Joseph Alois Ratzinger possa essere da noi. L’abbiamo già invitato, attraverso il nostro parroco don Valentino Viganò, e abbiamo anche avuto i primi contatti», raccontava.
Ricordando, a quel tempo, come servisse «un’unione d’intenti ufficiale da parte di più paesi, io nel caso sarei disponibile anche a rinunciare ad averlo al Piano del Tivano, ma logisticamente è una delle aree più adatte. Per dimensioni e per posizione difficilmente si potrebbe trovare di meglio».
Con l’obiettivo di accogliere il Papa, fu anche fatto «un calcolo approssimativo di quanto dovrebbe servire per il palco e la sicurezza, ne abbiamo anche già discusso, dovremmo trovare tra le 300 mila e le 400 mila euro». Il sogno, poi, è rimasto tale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA