Più traffico e dipendenza dal legno: minoranza contro le nuove caldaie
ErbaLe critiche dei consiglieri di opposizione, a margine della seduta sul bilancio 2023. Prevista l’installazione di sette impianti per riscaldare altrettanti edifici pubblici
L’aumento del traffico e dell’inquinamento, i costi di manutenzione, la dipendenza da un’unica fonte combustibile.
Per i consiglieri di minoranza del gruppo Erba Civica le caldaie a cippato che verranno installate in città non sono per niente un buon affare; per l’assessore all’Ambiente Alessio Nava si tratta invece di un grande risultato.
Nodo mobilità
Lunedì, in consiglio comunale, l’assessore ha parlato dei due milioni di euro in arrivo da Regione Lombardia per installare sette caldaie a cippato al servizio di altrettanti edifici pubblici. «Sarà un passo avanti nell’ottica del risparmio e della riduzione della dipendenza dal gas - ha detto Nava - e bisogna dare merito al sindaco Mauro Caprani di aver creduto in questo bando con grande tenacia».
La seduta di lunedì non prevedeva dibattito, la Giunta si è limitata a presentare il bilancio 2023: la discussione dei temi è in programma prima di Natale. I consiglieri di Erba Civica, però, si sono portati avanti e prima dell’inizio della seduta hanno bocciato senza appello il progetto.
«C’è un problema di mobilità - osserva la consigliera Giovanna Marelli, insegnante alle elementari di via Battisti - perché ci sarà un consistente aumento del traffico dovuto al passaggio di mezzi di rifornimento della materia prima. L’impatto in termini di disagi e pericolosità per la movimentazione dei materiali sarà accentuato per le centrali termiche al servizio della scuola di via Battisti e dell’istituto Puecher».
Poi c’è la questione del rifornimento della legna. «Il fabbisogno delle caldaie - ricorda il capogruppo Michele Spagnuolo - è di 944 tonnellate annue. Il rischio è che il reperimento di materiale legnoso avvenga da zone boschive lontane, incrementando l’impatto ambientale legato al trasporto. Nel progetto, inoltre, non è chiaro se la tipologia di legno utilizzata è in conformità agli standard di certificazione Biomassplus richiesta dall’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali)».
Il consigliere Giorgio Berna è preoccupato dalle emissioni. «Ci sarà un incremento del Pm10 a fronte di una riduzione di Co2. Ci domandiamo se l’incremento del Pm10 possa essere un rischio per la salute, considerando che gli edifici coinvolti sono di natura pubblica».
Replica in Aula
Quanto ai costi di manutenzione e gestione, continua Berna, «gli impianti a biomassa comportano maggiori oneri rispetto ai tradizionali impianti a gas e sono legati alla continua necessità di approvvigionamento della materia prima. In caso di difficoltà di approvvigionamento, magari per nevicate intense, come si potrà procedere al riscaldamento degli edifici?».
Per la minoranza bisognerebbe puntare piuttosto sulle pompe di calore. «Certo - conclude Berna - sarebbe stato meglio diversificare le fonti energetiche a seconda della tipologia dei complessi interessati, anche perché è l’unica possibilità per garantirsi un’adeguata autonomia energetica».
Informato delle critiche sollevate dalla minoranza, l’assessore Nava ha affermato: «Ne prendo atto. Risponderemo in consiglio comunale, quando verrà sollevato il tema».
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