Prima l’acido, poi la pugnalata alla ex: «Il rischio è che ci riprovi»

Erba Ordinanza di convalida dell’arresto: l’uomo deve restare in carcere perché pericoloso

Per il giudice del Tribunale di Pavia che ha firmato l’ordinanza di convalida dell’arresto disponendo la misura cautelare in carcere, Said Cherrah – marocchino di Broni, 26 anni, accusato del tentato omicidio di una ragazza di 24 anni dell’Erbese – è da ritenere pericoloso socialmente, con una elevata propensione a mettere a rischio l’incolumità delle altre presone e ovviamente della ex.

Un rischio di reiterazione che ha giocato un ruolo cruciale nell’emissione del provvedimento che l’ha rinchiuso in carcere. Un rischio che dunque è concreto, oltre che tremendamente attuale, in considerazione anche della ormai palese incapacità dell’indagato di controllarsi e di reprimere i propri istinti violenti e aggressivi.

Doveva essere ai domiciliari

Del resto, come appare del tutto evidente – visto che già nelle ore dell’aggressione avvenuta a Giussano, all’esterno di un centro commerciale, avrebbe dovuto essere ai domiciliari – nessuna altra misura cautelare oltre al carcere potrebbe in questo momento contenere le azioni del ventiseienne marocchino residente nel Pavese.

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Secondo quanto sarebbe poi emerso nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari di Pavia, Cherrah non avrebbe affatto nascosto i propri intenti, ammettendo di volere fare del male alla propria ex e ammettendo pure che se fosse riuscito a raggiungerla le avrebbe inferto pure altri colpi con il coltello, vista la rabbia che in quel momento l’aveva travolto. Ricordiamo infatti, come emerso nelle indagini, che Cherrah aveva tentato di inseguire la propria vittima dopo averla colpita alla schiena una prima volta con un coltello della lunghezza di 26 centimetri.

Solo l’aiuto di un automobilista che aveva assistito alla scena, e che aveva fatto salire in macchina la ragazza dell’Erbese, aveva evitato l’epilogo tragico di questa nuova aggressione ad un anno di distanza da quella con l’acido avvenuta proprio ad Erba. L’automobilista insomma, aveva permesso alla giovane di salire dal lato del passeggero, accelerando e scappando da Cherrah che correva dietro alla vettura brandendo ancora il coltello che aveva poi lanciato contro. Arma che era stata recuperata e sequestrata dai carabinieri e che i testimoni avevano raccontato che il marocchino aveva estratto da sotto la maglia.

Tentato omicidio

Cherrah, sempre in base alla ricostruzione, era poi risalito sulla Opel di proprietà del padre per far rientro a Pavia dove era stato poi arrestato nei pressi di Stradella. Era stato il ventiseienne a chiamare i carabinieri, su suggerimento del proprio avvocato Roberto Grittini, finendo poi in carcere dove ancora si trova. Si sposterà invece il fascicolo per il tentato omicidio (in cui viene anche contestata l’evasione dai domiciliari e il porto dell’arma) che lascerà ora Pavia per raggiungere la procura competente di Monza Brianza.

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Cherrah rimane in carcere, non solo per il tentato omicidio di Giussano ma anche per l’aggravamento della misura chiesto dalla procura di Como che ha in corso il processo per l’aggressione di un anno fa con l’acido.

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