Prima l’acido sul viso, poi le coltellate
L’ex fidanzato va di nuovo a processo

Erba Il giovane marocchino era stato condannato a 11 anni per l’aggressione con il liquido A giugno tornerà in aula con rito abbreviato per rispondere del tentato omicidio a Giussano

Erba

La procura di Monza, dove era finito il fascicolo aperto per tentato omicidio, ha chiesto il giudizio per Said Cherrah, marocchino di 26 anni accusato di aver colpito con una coltellata alla schiena una ragazza comasca di 24 anni residente ad Erba.

Un fatto di sangue, preceduto anche da un tentativo di strangolamento con un cavetto caricabatteria del cellulare e pure a mani nude, che era avvenuto nel parcheggio esterno di un centro commerciale di Giussano il 9 dicembre del 2024.

Cherrah era poi scappato a bordo della sua auto, una Opel Zafira, arrivando fino alla provincia di Pavia, a Broni, dove era stato arrestato dai carabinieri. Il tutto mentre la vittima veniva soccorsa in gravi condizioni e portata al San Gerardo di Monza.

La richiesta della difesa

La procura di Monza aveva chiesto il giudizio Immediato, ma nei tempi previsti dalla legge l’avvocato Roberto Grittini, che assiste il marocchino, ha presentato istanza per il rito Abbreviato (con dunque l’eventuale sconto di pena in caso di condanna) che si terrà in giugno. Il marocchino è lo stesso che il Tribunale di Como aveva condannato a 11 anni a gennaio per aver gettato dell’acido sul volto della stessa ex compagna all’esterno del luogo di lavoro della vittima, in quel di Erba, nel 2023.

La vicenda di cui stiamo scrivendo oggi, invece, avvenne lo scorso mese di dicembre al termine di un nuovo tentativo di avvicinamento alla ex, che era stato respinto. «O con me o con nessuno» era stata la replica di Cherrah, prima di dare inizio alla violenta aggressione in cui intervenne un automobilista presente nel parcheggio che fu importante per portare via la vittima salvandola.

Momenti di terrore

Il fatto di cronaca risale alle prime ore del pomeriggio di lunedì 9 dicembre. La ragazza era stata soccorsa in codice rosso. Per fortuna tuttavia, dopo la collocazione nel reparto di Chirurgia d’urgenza, era emerso come il colpo alla schiena – inferto con un coltello della lunghezza di 26 centimetri che Cherrah era stato visto estrarre da sotto la maglia – fosse meno grave del previsto con una prognosi che da subito era stata quantificata in 21 giorni.

L’accusa formulata dalla procura era stata quella di tentato omicidio perché comunque la coltellata era stata inferta in un punto che presenta organi vitali. Tra l’altro, lo stesso arrestato aveva ammesso di aver tentato di inseguirla per colpirla nuovamente, e che quando si era allontanato da Giussano chiamando i carabinieri per farsi arrestare, pensava che la giovane fosse morta perché non respirava più.

Invece la ventiquattrenne, dopo essere stata aiutata da un automobilista che aveva assistito alla scena – che non si era girato dall’altra parte come aveva fatto un altro automobilista in precedenza, accendendo l’auto e scappando – era stata medicata e portata al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo. A scatenare l’ira di Cherrah era stata, come detto, una risposta negativa data dalla ragazza al ragazzo sulla volontà di tornare insieme nonostante tutto il pregresso, compreso la precedente aggressione con l’acido.

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