Ramadan a Erba: il Comune detta le condizioni, ma il Tar dà ancora ragione agli islamici
Il caso L’amministrazione ha richiesto una convenzione per i parcheggi e il numero dei presenti. L’avvocato Latorraca: «Il Tribunale ha ribadito il contenuto del suo primo provvedimento»
Alle porte del Ramadan, per Assadaka arriva una seconda pronuncia favorevole da parte del Tar in attesa dell’udienza collegiale del 4 aprile. Fino a quella data, l’associazione islamica erbese può pregare nella sua sede di via Lecco senza necessariamente rispettare le prescrizioni imposte la scorsa settimana dall’amministrazione: in ogni caso il gruppo guidato da Youssef Anniz si è mosso spontaneamente per garantire posti auto e vigilerà sul numero di persone.
La richiesta
Settimane fa l’associazione islamica aveva chiesto al Comune un luogo idoneo per ospitare la preghiera quotidiana del Ramadan, dal 21 marzo al 25 aprile. Il sindaco Mauro Caprani aveva risposto di non avere spazi e di non poter concedere una nuova deroga per l’utilizzo della sede di via Lecco, come fece nel 2022 il primo cittadino Veronica Airoldi: la lettera di Caprani è stata impugnata al Tar, che ha concesso la tutela cautelare in attesa dell’udienza del 4 aprile che entrerà nel merito della questione.
A quel punto, con una lettera inviata ad Assadaka il 15 marzo, il Comune ha preso atto della pronuncia del tribunale e ha chiesto all’associazione di presentare una Cil (comunicazione inizio lavori) per poter pregare in sede. L’amministrazione ha richiesto in particolare una convenzione con un soggetto privato pronto a mettere a disposizione dei parcheggi (come avvenuto nel 2022), un calcolo degli utenti ospitabili in sede e un impegno a vigilare sul numero di persone contemporaneamente ammesse.
L’avvocato
«Pur non ritenendo legittima la richiesta in quanto il Tar aveva già sospeso il diniego del Comune allo svolgimento in via occasionale e temporanea del Ramadan presso i locali dell’associazione - spiega l’avvocato Vincenzo Latorraca, che difende il gruppo - Assadaka senza acquiescenza ha comunicato il proprio impegno a vigilare sul numero delle persone ammesse e ha richiesto a Lariofiere la disponibilità dei parcheggi».
L’ulteriore provvedimento del Comune è stato comunque impugnato, con una nuova richiesta di tutela cautelare che il Presidente della seconda sezione del Tar ha nuovamente ribadito: ancora una volta, la parola finale è rimandata all’udienza collegiale del 4 aprile, nel frattempo Assadaka potrà pregare nella sua sede senza particolari vincoli (che comunque gli associati cercheranno di rispettare).
«La condotta del Comune - commenta Latorraca - non appare rispettosa del primo provvedimento cautelare, che non aveva posto alcuna condizione al libero esercizio del diritto di culto. Come accaduto nel 2022 senza alcuna problematica di ordine pubblico, di sicurezza o buon costume, tutto si sarebbe comunque svolto con il già dimostrato impegno dell’Associazione al rispetto di tutte le necessarie cautele, compresa la vigilanza».
Assadaka ritiene «che tali atti siano ingiustamente rivolti a frapporre ostacoli ad un diritto costituzionalmente garantito e non a perseguire l’interesse pubblico». A quanto risulta, il Comune non è intenzionato a prendere ulteriori provvedimenti: si rimetterà alle decisioni del Tar del 4 aprile e il Ramadan può finalmente partire.
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