Rientro di cervelli, da Oxford a Como: Sormani fa ritorno con un milione e mezzo di finanziamenti per studiare la Via Lattea
La storia Nativo di Sormano tornerà in Italia dopo dieci anni all’Università dell’Insubria e nel suo progetto coinvolgerà anche l’osservatorio del suo comune di origine
L’astrofisico Mattia Sormani, nativo di Sormano, è pronto a tornare in Italia. Dopo più di 10 anni di studi ed esperienze universitarie in Germania ed Inghilterra, prenderà servizio nel 2024 all’Università dell’Insubria di Como come professore associato di Astrofisica, portando in dote quasi due milioni di euro per ricerche scientifiche di alto livello sulle regioni centrali della Galassia in cui viviamo, la Via Lattea.
Nel progetto, per quanto riguarda la parte divulgativa, sarà coinvolto l’Osservatorio di Sormano, uno dei luoghi di osservazione più conosciuti del nostro territorio, teatro di numerose iniziative di questo genere. Sormani infatti è risultato vincitore di un prestigioso finanziamento Erc, rilasciato dal Consiglio di ricerca europeo su base competitiva.
Mattia Sormani è molto soddisfatto di questi risultati, che daranno l’opportunità al territorio Lombardo di ospitare progetti scientifici altamente innovativi. «Abbiamo completato le pratiche per chiedere il trasferimento del finanziamento Europeo all’Università dell’Insubria. Sono molto contento di poter contribuire allo sviluppo economico, scientifico e culturale del nostro territorio». Si tratta di un finanziamento da 1,5 milioni di euro a cui se ne aggiunge un altro in arrivo da 300mila.
L’astrofisico si è laureato nel 2012 a Pisa dopo aver frequentato il Liceo scientifico Galileo Galilei di Erba, poi una carriera per gran parte all’estero: «Dopo l’università ho svolto un dottorato a Oxford in Astrofisica Teorica, e poi ho proseguito come ricercatore all’Università di Heidelberg e all’Università del Surrey. Il mio progetto riguarda il trasporto di materia fino al buco nero che si trova al centro della nostra Galassia. Infatti, un importante problema astrofisico tuttora aperto è come la materia venga trasportata da dove ci troviamo noi, al bordo del disco Galattico, fino al centro della Galassia, a distanze di 20.000 anni luce da noi, dove si trova un buco nero supermassiccio».
Ricerca che proseguirà in Italia all’Università dell’Insubria: «Il progetto parte ad aprile. Nel corso del 2024 prenderò servizio come professore associato all’Università dell’Insubria e creerò un team di 5 dottori di ricerca grazie ai finanziamenti europei».
Sormani è certamente molto motivato di questa esperienza che si andrà a concretizzare: «Esattamente - sostiene a questo proposito - Sarà una sfida interessante, e la volontà è di affiancare all’attività prettamente tecnico/scientifica anche una intensa attività di divulgazione in un linguaggio fruibile al pubblico, avvalendosi anche delle strutture messe a disposizione dall’Osservatorio di Sormano».
Il progetto va a inserirsi e potenziare l’ecosistema di ricerca lombardo che include punte di eccellenza nello studio della Via Lattea, incluso il gruppo di ricerca “Hot Milk” all’Osservatorio Astronomico di Brera guidato dal dottor Gabriele Ponti, anch’esso finanziato da fondi Erc europei.
«Tornare in Italia è per me un’importante occasione per contribuire alla crescita scientifica e culturale del paese che mi ha cresciuto e in cui sento di avere le mie radici, e che mi ha permesso di studiare fisica ai massimi livelli senza preoccupazioni economiche – commenta Mattia Sormani –. L’esperienza all’estero mi ha permesso di acquisire competenze che ora vorrei riportare nel mio territorio di origine per dare un impulso di innovazione. E, con lo stesso spirito, vorrei crescere qui i miei figli, investendo anche in questo modo sul futuro di questo Paese».
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