«Sessantenni morti per il no al vaccino»
La rabbia dei medici comaschi
Dall’uomo istruito e benestante al pensionato - C’è chi va dall’avvocato e chi si protegge di nascosto dai figli - I racconti (spesso tragici) dei camici bianchi comaschi
Ogni medico in città segue qualche paziente convintamente no vax, persone che in diversi casi hanno rischiato grosso e sono state colpite duramente dal Covid. E c’è anche chi, oltre a rifiutare i vaccini, si oppone con ostinazione anche alle cure.
Dai racconti dei medici traspare un sentimento di delusione e sconfitta, perché la medicina non ha saputo convincere e assistere queste persone, ma c’è anche la difficoltà di comprendere posizioni tanto estreme.
«Un signore sulla sessantina, distinto, una persona colta ed altolocata – racconta Lorenzo Giorato , medico in città – non certo un caso disperato, anzi un comasco di buona famiglia con un eccellente grado d’istruzione. Mi ha sempre detto di voler aspettare, parlava di effetti collaterali, di sperimentazioni non concluse. Anche i suoi familiari hanno preferito non farsi vaccinare. Purtroppo di recente ha contratto il virus ed è finito in terapia intensiva. È deceduto pochi giorni fa».
Il collega Arnaldo Butti racconta di «un normale albatese di settant’anni. Non un estremista, almeno non nei modi. Ho provato più volte senza successo a convincerlo a farsi vaccinare, di persona e al telefono, ma niente. Quando la saturazione ha iniziato ad abbassarsi pericolosamente mi ha detto che preferiva restare a casa e rischiare la pelle. Ha rifiutato in tutti i modi le cure e il ricovero in ospedale. I medici delle unità speciali, le Usca, sono intervenuti più volte. Abbiamo cercato di far leva sulla moglie, anche lei non vaccinata e positiva, ma per fortuna in buone condizioni. Quando il respiro era ormai scomparso ha acconsentito ed è salito in ambulanza».
Dopo la terapia intensiva e il casco è riuscito a tornare a casa. Le sue condizioni di salute sono però ancora molto precarie, è sotto ossigeno, ha una forma di long Covid che gli terrà compagnia per mesi.
Ha rischiato grosso anche un comasco di nemmeno cinquant’anni, con due figli, non vaccinato e ricoverato inizialmente al Fatebenefratelli di Erba. Ha rifiutato l’intubazione. Ha messo di mezzo la moglie ed un avvocato per far valere le sue ragioni. Solo all’ultimo è stato trasportato d’urgenza nella terapia intensiva dell’ospedale Sant’Anna.
«Seguo una famiglia tutta di no vax – racconta Daniele Luraschi , altro medico comasco – In quest’ultima ondata, tutti contenti, mi hanno detto che finalmente sono riusciti a diventare positivi, così da avere il Green pass per i prossimi mesi sfuggendo al vaccino. Il capo famiglia però è stato male, ma male parecchio. Cortisone, eparina, farmaci, ossigeno, c’è andato davvero vicino. Se la caverà, ma con molta fatica. Eppure sono sicuro che appena tornerà nel mio studio sarà ancora convinto delle sue ostinate idee senza senso».
Idee anche spesso vengono imposte ai congiunti. «Seguo diverse signore non vaccinate per colpa dei figli – dice il medico di medicina generale Raffaella Petruni – ad esempio una cittadina straniera, d’età media, anche lei se l’è vista molto brutta. Ha sempre rifiutato il vaccino dicendo che sono i suoi figli a non volere assolutamente. Era nelle stesse condizioni anche un’anziana di 80 anni, fragile e davvero a rischio. Per mesi ha ripetuto che i figli non vogliono che si vaccini e lei non voleva far loro un torto. Dopo molte insistenze, con il suo consenso siamo riusciti a farle il vaccino domiciliare di nascosto, senza dirlo ai familiari».
Non tutti i no vax sono casi psichiatrici, non sono tutte persone disagiate o disturbate. Certo il più delle volte, stando ai racconti dei medici, alle spalle di queste scelte ci sono delle fragilità mentali. Gli argomenti antivaccino sono anche fantasiosi, raccontano di complotti internazionali e manipolazioni dell’opinione pubblica. E ci sono dei casi limite, per esempio in centro città un giovane che non è contrario alle vaccinazioni ma ha paura degli aghi. È una fobia che non riesce proprio a superare. Quindi dall’autunno, con il Green pass obbligatorio per i lavoratori, sta facendo di tutto per prendere il virus. Non usa la mascherina, va al supermercato e tocca di tutto, frequenta luoghi chiusi con molte persone.
«Ma è sempre negativo, poverino – dice ancora Petruni – e purtroppo da qualche tempo non lo fanno giustamente entrare in azienda».
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