Soldi, droga e armi a casa del braccio operativo dell’Erbese

In odore di ’ndrangheta I sequestri fatti dai poliziotti a casa dell’uomo accusato di aver gestito il narcotrafficoprotetto dal capo clan della zona

03:35

Nell’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato in carcere, in attesa degli interrogatori che inizieranno nella giornata di oggi che proseguiranno nei prossimi giorni, Vincenzo Milazzo – 38 anni residente a Canzo, anche se nato in Germania – viene definito come il braccio operativo del boss Luigi Vona, con cui operava «in simbiosi».

Un uomo che, sempre secondo la tesi della Dda, era a capo di una fitta rete di distribuzione all’ingrosso di stupefacenti, in cui comunque all’occorrenza poteva anche fare il servizio “porta a porta” utile anche «per il controllo del territorio».

Milazzo, per i pm meneghini e la squadra Mobile, deteneva anche – per conto del sodalizio – armi da sparo, elemento che lo rendeva un soggetto particolarmente controllato.

Del resto, nell’ordinanza di cui parlavamo, i capi di imputazione contestati sono tantissimi, da non starci sulle dita delle due mani. La perquisizione nella casa dove si trovava il trentottenne, insomma, era uno dei passaggi chiave delle notifiche delle ordinanze e, a conti fatti, gli agenti della Questura di Como hanno trovato sul posto quello che sospettavano, ovvero tantissima droga, tantissimi soldi in contanti e anche, appunto, armi.

Per questo motivo Milazzo e la compagna, Querina De Gennaro, 32 anni, sono stati arrestati non solo in esecuzione della misura cautelare, ma anche proprio per il possesso delle armi (che sono una pistola semiautomatica Beretta con matricola abrasa e una pistola tascabile) e, solo Milazzo, per il possesso della droga. Nel blitz effettuato all’alba di martedì, infatti, nelle mani degli uomini della squadra Mobile sono rimasti anche 130 involucri di cocaina già confezionati, 118 dei quali contenuti in un marsupio che si trovava a bordo della Fiat 500 dell’uomo.

Ma la polizia, nella perquisizione, oltre a droga e armi, ha sequestrato anche 27 mila euro in contanti e pure un preziosissimo quaderno dove sono state trovate appuntate le operazioni di contabilità relative – sostiene l’accusa – proprio all’attività di spaccio.

Ora come detto le attenzioni – dopo l’ondata degli arresti – si concentreranno sugli interrogatori che dovrebbero partire da oggi e che verranno suddivisi su più giorni.

Tra questi anche quello della trentatreenne di Erba da cui tutti è partito quattro anni fa e a cui viene comunque contestato il capo associativo in merito agli stupefacenti, seppur non un ruolo di partecipe e non di primo piano nella scala gerarchica. Stiamo parlando di Lara Colantuono di Erba, detta “Lella”, su cui il giudice potrebbe trovarsi a valutare una eventuale attenuazione della misura visto il tempo trascorso dai fatti seppur al momento la decisione per lei è stata comunque quella del carcere.

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