Strage di Erba, diretta da Brescia: rinviata al 16 aprile la decisione. L’avvocato generale: «Le prove avanzate sono inammissibili»
Richiesta di revisione A Brescia inizia la discussione sull’istanza dei legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano per riaprire il caso. L’udienza è stata rinviata al 16 aprile dopo una richiesta avanzata dalla difesa dei coniugi
La Provincia ha seguito l’intera udienza in tempo reale: qui di seguito gli aggiornamenti di minuto in minuto.
15.25 Dopo una pausa, si torna in aula. Il presidente della Corte di Brescia ha rinviato l'udienza al 16 aprile ore 9: «Non saremmo riusciti a chiudere oggi, ma comunque credo che la memoria di la memoria di parte civile richieda un po' di studio». In quella data una decisione definitiva a proposito dell’ammissibilità o meno delle richieste avanzate dai legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano.
14.59 L'avvocato dei coniugi Romano, Nico D’Ascola, ha chiesto al presidente della Corte di avere più tempo per leggere le memorie depositate e non dover discutere oggi nel merito dell'istanza: «Noi non abbiamo il tempo concreto di analizzare e studiare le memorie depositate dalle parti civili, quindi crediamo che sia necessaria una nuova udienza prima di poter discutere».
14.20 Dopo l'arringa durissima dell'avvocato dei fratelli Castagna, ora tocca a Luca D'Auria, avvocato difensore di Azouz Marzouk. Ed è proprio D'Auria a parlare ancora una volta di novità a proposito delle prove portate nella richiesta di revisione dalla difesa dei coniugi: «Il “novum” vero di questa vicenda è che mai si è parlato del fatto che potesse esistere una pista o ipotesi di mandanti ed esecutori che direttamente o indirettamente volessero colpire Azouz. Questo è lo spirito con cui appoggiamo l’istanza di revisione». E ancora: «Discutere così tanto nel merito delle prove vuol dire dare a queste prove un carattere di novità, perché altrimenti si sarebbe detto: “la consulenza del professor x, y o z non è un novum perché esiste questa o quell’altra valutazione del procedimento di primo grado o di appello”. In quali parti delle sentenze voi trovate le valutazioni fatte nelle consulenze della difesa?».
Dei tre possibili esiti di oggi - ovvero l’inammissibilità dell’istanza, l'ammissibilità completa dell'istanza e quindi il proscioglimento degli imputati, la possibilità che la Corte di Brescia scelga di ammettere solo determinate prove e determinati testimoni - D’Auria ha ha detto: «Noi certamente chiediamo che sia sentito Abdi Kais». Un intervento, quello di D’Auria, che in tutto il suo svolgimento si è mostrato come un endorsement delle tesi sostenute dai legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano: «Confidiamo che questa Corte d’appello — chiude infatti l’avvocato — voglia chiarire quello che la Cassazione ha dichiarato un procedimento pieno di aforie e dubbi»
- Chi è Abdi Kais? Spacciatore coindagato di Azouz Marzouk, secondo il quale la casa di via Diaz sarebbe stato il centro dell’attività di spaccio del marito e che il delitto sarebbe, in sostanza, una vendetta contro di lui, è citato nell’istanza di revisione come nuovo testimone. Leggi di più qui.
E poi ancora: «Io non vi depositerò la memoria oggi, perché penso ci sarà quantomeno una requisitoria o arringa successiva».
13.5 0 Prende la parola Massimo Campa, avvocato della difesa di Giuseppe e Pietro Castagna: «Noi rappresentiamo i Castagna, noi siamo i Castagna, siamo qui per amore di verità e per dovere di giustizia. Sposiamo ogni parola detta dal procuratore generale e dall’avvocato generale, così come dall’avvocato De Rinaldis, per dovere di giustizia. La verità Pietro e Beppe Castagna l’hanno salda e forte nel cuore: Olindo Romano e Rosa Bazzi sono colpevoli. Questa verità nasce dall’aver sentito tutte le udienze, 80 testimoni e consulenti, in tre gradi di giudizio». Chi ha accusato Pietro Castagna «si vergogni e chieda scusa pubblicamente» sono le dure parole con cui Campa si è espresso per i propri assistiti. La pista della droga «è una follia», secondo Campa, e Pietro è stato «calunniato, diffamato, hanno preso il suo dolore e l’hanno usato per fini televisivi». «Abbiamo detto che questa è una revisione. Quindi dobbiamo capire dove starebbe questo elemento di novità. Il nuovo no esiste. Non c’è davvero niente di nuovo. È commedia dell’arte».
E a proposito dei riferimenti fatti sul modo in cui le indagini furono svolte, Campa ha da dire qualcosa a sostegno di chi quella notte e le successive intervenne nella corte del ghiaccio di via Diaz: «Ringraziamo l'Arma dei carabinieri per il lavoro che fa tutti i giorni, così come i Vigili del fuoco, tra cui Glauco Bartesaghi (ndr. uno dei primi soccorritori a entrare nell’edifico preda delle fiamme), che è un amico e che ringraziamo».
Sulle ritrattazioni fatte da Olindo Romano e Rosa Bazzi, l’avvocato Campa ha chiesto: «Ma dove sono queste ritrattazioni? Olindo Romano si è sempre sottratto alle domande in aula, Rosa Bazzi ha fatto avere un biglietto della spesa con le sue ritrattazioni... la profondità di queste ritrattazioni è pari alla profondità delle tesi di difesa».
«Qual è il modo migliore per colpire Marzouk? Non minacciare lui, non colpire lui, ma fare una strage in pieno centro della città, in una corte chiusa e le foto non rendono l’idea di quanto sia minuscola, per andare dall’uscio al garage, signori della Corte, il passaggio è più breve che tra me e voi» ha affermato Campa facendo riferimento alle piste alternative avanzate negli anni dalla difesa per provare l’innocenza dei coniugi Romano.
A proposito dei consumi energetici registrati nell’appartamento di Raffaella Castagna, che secondo la difesa proverebbero la presenza di qualcuno all’interno della casa già prima delle 20: «Gli assassini della banda criminale si sono guardati Uomini e Donne in attesa di effettuare una strage? Oppure più semplicemente, e come è stato dimostrato, i consumi energetici sono pari a quelli registrati in quell’appartamento in altri giorni in cui era vuoto e Raffaella era al lavoro?».
Una parte delle parole pronunciate dall’avvocato Campa sono poi dedicate a una delle vittime della strage, Raffaella: «Raffaella Castagna io l’ho conosciuta quando ho fatto volontariato alla Cooperativa Melograno di Erba, dove lei lavorava: era una ragazza dolce, sensibile, che si occupava degli altri. Era pronta a difendere il suo amore per Azouz Marzouk. Oggi sarebbe una donna presa ad esempio. Era una donna stalkerizzata da queste due persone - dice queste parole indicando i coniugi, presenti in aula all’interno di una gabbia - minacciata, terrorizzata perché loro andavano a letto alle 21 e lei aveva il soggiorno sopra la loro camera da letto [...] L’hanno dipinta come chissà che cosa, hanno detto che casa sua era una piazza di spaccio... ma vi sembra possibile? Non c’è un solo elemento che dica che ci sia stata droga nella casa di via Diaz, Raffaella non ha mai permesso che entrasse la droga nella casa dove viveva suo figlio. Quanto è stato detto su di lei è un ulteriore elemento di infamia».
Sull’alibi avanzato dai coniugi Romano, ovvero la loro presenza in centro a Como per una cena al McDonald’s, durante la strage, l’avvocato Campa ha affermato: «Non è credibile che queste due persone siano andate a cena una sera, alle 215, quando se la prendevano con Raffaella Castagna perché volevano poter dormire alle 21, al McDonald’s di Como, quando ce n'è uno molto più vicino a Erba, per guardare le vetrine, quando è un lunedì sera con un freddo della miseria e a Como è tutto chiuso, e per di più mangia uno solo. O si sono divisi un panino, perchè sullo scontrino è questo che c'è scritto, che hanno mangiato un Crispy Mc Bacon e dei gamberi in due, bevendo una sola Coca cola media e un caffè. Ma è possibile?».
L'incubo - Puntata 1. Raffaella Castagna sulla copertina della prima puntata del nostro videopodcast che ripercorre, atti alla mano, le “prove nuove” che secondo la difesa dei coniugi Romano giustificherebbero la richiesta di revisione del caso
13.12 Dopo una breve pausa richiesta dal presidente della Corte, Antonio Minervini, la parola passa ad Adamo De Rinaldis, avvocato della famiglia Frigerio: «Avvocato e procuratore hanno citato diverse sentenze delle Corti di Cassazione dove viene posto l’accento sulle nuove metodologie necessarie affinché la prova sia definita nuova, bene noi abbiamo scoperto che non solo quello che viene presentato non è una nuova tecnologia, ma non è nemmeno una tecnologia o metodologia. Ma è qualcosa di completamente diverso». Un esempio tratto dall’approfondimento svolto dall’avvocato De Rinaldis: nella richiesta di revisione si citano studi relativi al tema dell’amnesia anterograda (che secondo le perizie psichiatriche effettuale su Mario Frigerio, è la condizione che caratterizzò il teste dopo i traumi subiti nel corso della drammatica notte dell’11 dicembre 2006) realizzati dopo il 2011. Ma, stando alle parole di De Rinaldis, sfogliando la letteratura è stato trovato un lavoro pubblicato nel 2008, e quindi in contemporanea al processo di primo grado, intitolato proprio “Intossicazione da monossido di carbonio e amnesia anterograda”. L’articolo, che De Rinaldis ha detto essere reperibile sul sito MedLine (National Library of Medicine) e citato dalle stesse difese, dunque risale a prima del 2011 e si basa su studi simili che risalgono addirittura ai primi anni ’60. Dunque, secondo la difesa della famiglia Frigerio, a mancare nelle nuove prove presentate all’interno della richiesta di revisione a mancare sarebbe proprio l'elemento di novità. Un elemento fondamentale nell’ambito della richiesta di revisione: quest’ultima infatti potrà essere ammessa solo in presenza di nuove prove sui fatti.
E sempre sul tema dell’amnesia anterograda, l’avvocato De Rinaldis fa riferimento alle condizioni di Mario Frigerio dopo i gravissimi traumi subiti nella corte del ghiaccio di via Diaz: «Signori consulenti della difesa, mi spiegate per quale motivo Mario Frigerio in quei primi giorni in ospedale non ricordava nulla di quello che gli stava accadendo nell’immediato, eppure dovrebbe ricordare alla perfezione il nome di Olindo suggerito dai carabinieri proprio mentre stava in ospedale? Oppure, come dice la scienza, quel nome Frigerio lo ricorda perché l’amnesia anterograda è una condizione che prevede che egli ricordasse proprio quanto accaduto proprio prima del trauma - ndr. l’aggressione subita di fronte all’appartamento di Raffaella Castagna - ovvero il volto di Olindo Romano?».
«Noi siamo i difensori delle parti civili, ovvero delle parti che hanno subito la sofferenza. Quindi vi cito un libro che ho letto recentemente, Rancore di Gianrico Carofiglio, e che recita: ““Cosa vogliono le vittime dei reati? Le persone ingiuriate dal crimine, quelle che hanno perso i propri cari o la propria dignità? La punizione dei colpevoli? Certo, anche questo. Ma la punizione - la vendetta più o meno regolata dalle leggi - è in gran parte un’illusione ottica. Ciò che le vittime vogliono davvero è la verità. L’unica cosa che nel lungo periodo è capace di guarire le ferite, di placare il dolore». «Ma i signori Frigerio - dice l’avvocato - la verità l’hanno già avuta in tre gradi di giudizio. Vogliono che i loro cari ora possano riposare in pace, con il rispetto che meritano, e che loro possano placare il proprio dolore».
12.30 «L’abbiamo fatta un po’ lunga - afferma il’avvocato generale Chiaro - ma abbiamo dovuto rispondere a centinaia di parti assertive di una istanza di revisione che dà per scontato elementi: l’unica cosa da dare per scontato sono le sentenze passate in giudicato».
12.00 La parola torna all’avvocato generale di Stato Domenico Chiaro: «Tutte le prove avanzate sono inammissibili. L’istanza di revisione del sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser? No, quella non lo è. La procura generale di Milano non ha chiesto niente. L’unico soggetto legittimato ha detto che quell’istanza va dichiarata inammissibile. Si è creato un unicum nella storia giudiziaria italiana: non si è mai verificata una situazione di questo tipo. L’istanza a firma del dottor Tarfusser non è assolutamente ammissibile». Nel fare questa affermazione, l’avvocato generale Domenico Dario ha citato un film - prendendo esempio dalla citazione fatta pochi minuti prima dal procuratore generale Guido Rispoli, che ha fatto riferimento a “Match Point” di Woody Allen: «allora anche io cito un altro film: “Il grande bluff”». Il film, di Patrice Dally, è per Rispoli la metafora dell’istanza di Cuno Tarfusser.
11.30 Rosa Bazzi ed Olindo Romano, che hanno chiesto e ottenuto dal giudice, tramite i loro avvocati, di non essere ripresi dalle telecamere presenti in aula, si trovano insieme all’interno di una gabbia situata sul lato destro della stanza dell’udienz a. Olindo Romano ha chiesto di poter avere una sedia per poter seguire gli interventi dell’accusa e della difesa stando accanto a Rosa Bazzi.
- Intanto fuori dal tribunale: a più di un’ora dall’inizio dell’udienza, fuori dal tribunale di Brescia si è formata una lunga coda di persone che, nonostante la pioggia, sono in attesa di poter entrare e assistere alla discussione dell’istanza di revisione del processo per la strage di Erba. «Vogliamo vedere Rosa e Olindo» dice una coppia che arriva dalla provincia e che ritiene i coniugi «innocenti».Tra il pubblico vincono proprio gli innocentisti, più numerosi di chi non mette in dubbio la colpevolezza dei due coniugi di Erba. E poco importa se l’avvocato generale Domenico Chiaro, che con il procuratore generale Guido Rispoli, rappresenta l’accusa, ha già dichiarato “inammissibili le prove presentate dalla difesa”. Al momento nell’aula dove è in corso l’udienza ci sono classi di studenti e semplici curiosi che si sono accaparrati i 45 posti a disposizione del pubblico.
10.49 La parola passa al procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, che fa una rassegna delle posizioni della difesa e delle presunte nuove prove portate in aula a Brescia quest’oggi, sulla cui ammissibilità la Corte dovrà esprimersi. Un esempio delle osservazioni avanzate dal procuratore generale a proposito delle vie di fuga: secondo la difesa dei coniugi Romano, infatti, gli assassini sarebbero fuggiti dal balconcino di casa Castagna. Le parole del procuratore generale a proposito: «Sul terrazzino c’è solo una macchia di sangue, spiegata dalla Bazzi; la pianta è una pianta in perfetto stato; le foto dei Vigili del fuoco, fatte l’11 dicembre... ne abbiamo viste di tutti i colori, ma questa pianta qui non è stata minimamente interessata da passaggio di persone, ma soprattutto su quella parete, su quella grondaia, su quella ringhiera non c’è nulla! Non c’è alcuna traccia di sangue. La realtà supera la fantasia, ma vi assicuro che su quel terrazzino non è passato nessuno. È un’offesa alla logica».
Rivolgendosi al presidente della seconda sezione della Corte d’appello di Brescia, il procuratore generale ha poi parlato delle cosiddette piste alternative e a tal proposito ha sottolineato che, tra le varie ipotesi avanzate da chi sostiene l’innocenza di Rosa Bazzi e Olindo Romano, è «vergognoso aver provato a mettere di mezzo la stessa famiglia Castagna».
Ma tra le osservazioni avanzate dal procuratore generale c’è anche un passaggio fondamentale relativo alla presunta falsificazione della macchia di sangue rinvenuta sul battitacco dell’auto di Olindo Romano: «I difensori Introducono il dato della frode, del falso, della “polpetta”: io allargo le braccia. Loro dicono: “la traccia ematica non c’è”. Diciamocelo: se mettiamo davvero in discussione questa prova, vuol dire che qui c’è stato un imbroglio e che i carabinieri ce l’hanno messa quella macchia per ragioni che non possiamo sapere...».
E dopo che l’avvocato generale di Stato Domenico Chiaro ha parlato del presunto deficit mentale di Rosa Bazzi, il procuratore generale Guido Dispoli ha invece fatto riferimento a Olindo Romano sottolineando che «non è uno stupido, dire che fa l’operatore ecologico non equivale affatto a dire che è uno stupido».
10.30 Intervenendo su una richiesta dell’avvocato Nico D’Ascola il presidente della corte d’Appello ha detto: «La Cassazione dice che anche in questo momento possiamo giudicare l’inammissibilità. Quindi vi invito a parlare di tutto». Sostanzialmente, gli avvocati della difesa hanno chiesto se si debba considerare già ammessa la revisione del processo, ma il presidente della Corte ha risposto: «Siamo ancora in una fase di valutazione».
10.15 La parola all’avvocato generale Domenico Chiaro: «La condanna non si basa solo su tre prove»
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Strage di Erba, l’avvocato generale di Stato: «Le decisioni giudiziarie vengono assunte nelle aule di giustizia e non altrove»
«Non è vero che la condanna di Rosa e Olindo si basa solo su tre prove - afferma l’avvocato generale Domenico Chiaro - se anche non ce ne fosse una di queste o addirittura tutte e tre avremo la possibilità di fare un processo indiziario perché tanti sono gli elementi che gravano sugli imputati. Siamo di fronte a una manifesta inammissibilità delle richieste di prova. Si sono superati alcuni limiti e ora spetta a noi riportare questo processo nell’alveo della normalità». Per Chiaro quanto sta avvenendo, da diciassette anni a questa parte intorno alla strage di Erba e agli annessi processi a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, si è verificato un vero e proprio «can-can mediatico».
E poi ancora a proposito di chi svolse le indagini a ridosso dei fatti, Chiaro ha voluto sottolineare a gran voce che mai furono fatte pressioni nei confronti dei coniugi Romano per forzarli a confessioni involontarie: «Bisogna dirlo a viva voce per difendere l’onore e la reputazione di colleghi che è stata continuamente calpestata: sono tutte cose registrate… non è vero che avevano subito indebite pressioni».
E a proposito del supposto deficit mentale di Rosa Bazzi, ecco le parole dell’avvocato generale di Stato:
L’avvocato generale sul presunto ritardo mentale di Rosa Bazzi: «Ecco come avvenne la verifica del deficit mentale». Video
Le parole di Mario Frigerio secondo l’avvocato generale: «Già il 15 dicembre disse “è stato Olindo!”»
Non solo, Chiaro si è espresso anche riguardo al riconoscimento di Olindo Romano per bocca di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage avvenuta ormai diciassette anni fa a Erba, in via Diaz, nonché testimone oculare di quanto avvenne in quella tragica notte: «Se veramente si vuole fare chiarezza allora bisogna dire che è falso che Frigerio non abbia parlato già il 15 dicembre. Voi lo sapete, dico ai difensori. Ve l’hanno fatto sentire in udienza. Il povero Frigerio l’ha detto subito: “è stato Olindo!”.
9.45 Rosa Bazzi e Olindo Romano presenti in aula, ma non vogliono essere ripresi L’udienza è iniziata con una novità: i coniugi Romano, arrivati in aula scortati dagli agenti della polizia penitenziaria, hanno fatto richiesta al giudice di non essere ripresi dalle telecamere presenti in aula. Il giudice ha acconsentito. La trasmissione delle immagini e dell’audio dall’aula è stata fornita anche alla sala stampa.
9.30 Sin dalle 9 ai giornalisti è stato chiesto di rimanere nella sala stampa, dove però ancora non è stato trasmessa alcuna immagine o registrazione di quanto avviene in aula, dove invece si trovano decine di curiosi, studenti e tirocinanti.
9.00 Oltre sessanta giornalisti accreditati e televisioni e radio da tutta Italia. È arrivato il giorno dell’udienza spettacolo nell’interminabile incubo della strage di Erba. Diciassette anni, due mesi e tre settimane dopo il massacro di via Diaz il caso torna in un’aula di giustizia. A trascinare in Tribunale, nuovamente, la condanna all’ergastolo a Rosa Bazzi e Olindo Romano sono gli avvocati dei due coniugi, reoconfessi della strage, ma anche il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, che di questa vicenda ha fatto quasi un caso personale (tanto da essere già stato sanzionato dal Csm e da aver prestato il proprio nome per firmare la premessa a un libro innocentista).
Davanti alla seconda sezione della Corte d’Appello di Brescia da stamane si discute dell’istanza di revisione del processo. Un’udienza che inizierà con l’esposizione del giudice relatore del caso. Quindi prenderanno la parola la Procura generale di Brescia (presenti in aula il procuratore generale Guido Rispoli e l’avvocato generale Domenico Chiaro) e poi le parti civili (il legale di Azouz Marzouk, gli avvocati Massimo Campa e Daniela Spandri per la famiglia Castagna, e Adamo De Rinaldis per la famiglia Frigerio) e infine le difese.
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