Strage di Erba, torna il podcast Anime Nere: parla lo psichiatra che visitò Mario Frigerio
Ascolta qui On line la seconda stagione della nostra inchiesta giornalistica. Tutte le suggestioni del verbale di Frigerio, che piace a chi vuol riaprire il caso, e la testimonianza dello psichiatra Claudio Cetti
Mario Frigerio? Un testimone fallace. Inattendibile. A cui è stato innestato un falso ricordo. Ricominciamo da qui, da uno dei capisaldi della richiesta di revisione del processo per la strage di Erba, per aprire la seconda stagione del podcast Anime Nere, dedicato all’atroce delitto che ha tolto la vita a tre donne e a un bambino.
L’inchiesta de La Provincia dedicata alle suggestioni innocentiste, che prima hanno puntato il dito contro le stesse vittime - Pietro Castagna in primis - e che ora hanno trovato un alleato d’eccellenz- il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser- continua anche in questa seconda stagione del podcast che ha catturato l’attenzione, con i primi cinque episodi, di più di 100mila ascoltatori.
Cinque le puntate che da oggi, ogni mercoledì, saranno dedicate ad affrontare i cinque pilastri della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi: la testimonianza di Frigerio, la macchia di sangue di una delle vittime trovata sull’auto di Olindo, le confessioni dei condannati, la ricostruzione della dinamica della strage, le piste alternative.
I primi tre punti sono stati sposati in pieno anche dal magistrato che vuole proporre la revisione del processo. Ed è da qui che ripartiamo. “Il testimone fallace” è il titolo della prima puntata, dedicata a Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage. Secondo la richiesta di revisione, il nome di Olindo quale autore della strage sarebbe stato letteralmente innestato nella mente del testimone dagli inquirenti. Il magistrato arriva a scrivere che l’unica testimonianza attendibile del sopravvissuto è quella del 15 dicembre, quattro giorni dopo la strage, al pm Pizzotti, che ha registrato una fase cruciale dell’inchiesta con un vecchio registratore che aveva pure le pile scariche. Ma per il procuratore generale di Milano il verbale più attendibile dell’intera inchiesta è quello in cui un magistrato “suggerisce” in sei domande su sedici - e poi nel verbale - che gli autori della strage potrebbero essere stranieri.
Ma davvero Frigerio non era in grado di testimoniare? Nella prima puntata della nuova stagione di Anime Nere sentirete le parole di Claudio Cetti, psichiatra che ha visto più volte il signor Mario nei giorni post-strage e che lo ha avuto in cura anche nei mesi successivi.
«I buchi di memoria - ha spiegato Cetti - sono verosimili, ma possono essere ripristinati nel corso del tempo. Frigerio era una persona con un funzionamento normale e coerente della memoria, capace di ragionare e capace di testimoniare».
La prima testimonianza di Frigerio, comunque, suggerisce dettagli precisi sull’uomo che ha cercato di ucciderlo: «Olivastro, capelli corti, tanti capelli corti, abbastanza grosso, era forte come un toro». E com’era Olindo?
E ancora: Frigerio ricostruisce le fasi dell’aggressione che ha subito in modo identico a quanto farà Olindo Romano nella sua confessione. Com’è possibile? La difesa suggerisce: Olindo, un uomo che non ricorda neppure i retroscena dell’alibi che si era costruito, avrebbe memorizzato particolari quasi insignificanti ma assolutamente identici a quelli riportati dal testimone per “compiacere” i magistrati. Credibile? Ne parleremo. In questa e nelle prossime puntate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA