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Strage di Erba, il 25 marzo in Cassazione. Sarà l’ultimo atto?
Richiesta di revisione Fissata la data del ricorso contro la sentenza di Brescia. Nuovo assalto de Le Iene contro l’ex comandante dei carabinieri Gallorini
La Corte di Cassazione ha fissato per il prossimo 25 marzo l’udienza in camera di consiglio (salvo richiesta diversa delle parti) per discutere il ricorso dei difensore di Rosa Bazzi e Olindo Romano contro la sentenza di inammissibilità della loro istanza di revisione del processo. La notifica è arrivata nel pomeriggio di ieri agli avvocati degli imputati e a quelli delle parti civili.
L’appuntamento del mese prossimo potrebbe essere l’atto finale di una vicenda giudiziaria che si è trascinata per oltre 18 anni e che, la scorsa estate, aveva visto i giudici della Corte d’Appello di Brescia respingere su tutta la linea la richiesta dei legali dei due assassini condannati all’ergastolo di riaprire il processo.
I difensori dei coniugi condannati in tre gradi di giudizio come gli autori materiali della strage dell’11 dicembre 2006 (in via Diaz a Erba vennero massacrati il piccolo Youssef Marzouk, la mamma Raffaella Castagna, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, accorsa con il marito Mario Frigerio per provare a prestare soccorso dopo che era stato visto del fumo uscire dall’appartamento) hanno depositato un lunghissimo documento per chiedere l’annullamento della sentenza della Corte d’Appello.
Un riepilogo delle puntate precedenti: dopo la triplice condanna all’ergastolo, a seguito di una campagna di stampa innocentista, a cavallo tra il 2023 e il 2024 l’allora sostituto procuratore generale di Milano Tarfusser presentò un’istanza di revisione della condanna sulla strage di Erba, all’insaputa dei vertici della stessa Procura generale (secondo i quali, tra l’altro, il ricorso era palesemente inammissibile). In seguito anche i difensori dei condannati formalizzarono un atto di quasi 200 pagine per contestare le sentenze a carico dei due coniugi.
Dopo una lunghissima discussione in aula a Brescia, la seconda sezione della Corte d’Appello decise di dichiarare il ricorso inammissibile.
Ora alla Cassazione toccherà dire se avevano ragione i giudici bresciani oppure se hanno ragione i legali di Bazzi-Romano nel sostenere che la Corte d’Appello ha emesso un provvedimento contraddittorio e abnorme e che avrebbe violato il Codice di procedura penale laddove ha negato l’ammissione delle asserite nuove prove perché fossero discusse in dibattimento.
Se la Cassazione dovesse rigettare il ricorso, finalmente si potrebbe mettere la parola fine a una vicenda che tanto dolore ha causato nelle vittime e nei loro parenti. Dolore alimentato soprattutto da una schiera di programmi innocentisti, come la trasmissione di intrattenimento di Mediaset “Le Iene”. E proprio inviati di quest’ultima trasmissione nei giorni scorsi si sono presentati sotto l’abitazione dell’ex comandante dei carabinieri di Erba, Luciano Gallorini, letteralmente preso di mira nelle oltre sessanta puntate dedicate alla vicenda. Già in passato le telecamere avevano teso imboscate a Gallorini, in un’occasione addirittura avevano fatto irruzione durante la festa di saluto per il congedo del comandante erbese.
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