Vaccini, prima dose
a un comasco su cinque
Nelle ultime due settimane registrato un aumento deciso nella campagna di protezione dal Covid. Le persone che hanno già fatto il richiamo sono oltre 36mila. I paesi più fortunati? Quelli della zona del lago
Un comasco su cinque ha ricevuto la prima dose di vaccino e il 7% anche la seconda. Stando ai dati comparsi ieri sul sito della Regione Lombardia, su una popolazione eleggibile (quindi oltre ai 16 anni) pari a 514mila persone, nella nostra provincia 102.216 cittadini hanno ricevuto una dose di vaccino anti Covid. Di questi 36.572 hanno ricevuto anche il richiamo. I dati sono aggiornati a martedì sera. Nel panorama regionale fanno meglio Cremona, Pavia, in coda Monza e Mantova.
All’interno della nostra provincia i Comuni che hanno la copertura maggiore sono Dizzasco, Sala Comacina, Ponna, Colonno, ultimi San Nazzaro, Cavargna, Val Rezzo, Limido. Tra i Comuni più popolosi: Erba, 23,5% di vaccinati con una dose, San Fermo (23,2%), Olgiate (19,6%), Cantù (18,7%), Lurate (18,5%), Lomazzo (17,8%), Mariano (17,2%), Fino Mornasco (16,5%), Turate (15,1%).
In lotta contro le varianti
All’8 aprile nel Comasco l’11% dei cittadini aveva ricevuto una dose, il 4% anche la seconda. «Dobbiamo confidare che le vaccinazioni - ragione Luigi Pusterla, primario delle malattie infettive del Sant’Anna - liberino gli ospedali. Adesso la campagna sta aumentando il ritmo grazie finalmente ad un maggior numero di dosi in arrivo. Non dobbiamo pensare che a breve i vaccini fermino il Covid. Non è questo l’obiettivo. La circolazione del virus continuerà in un’ampia fascia della cittadinanza ancora a lungo e probabilmente dovremo conviverci ancora. Ma se i vaccini metteranno al sicuro la popolazione target, anziani e fragili soprattutto, allora non dovremo più piangere un gran numero di decessi e non avremo più gli ospedali sotto stress. La malattia in età giovanile, pur pericolosa, è curabile e gestibile anche a casa.». Difendere i più a rischio e i più deboli, questa fin dall’inizio era il traguardo della campagna vaccinale. Ancora oggi però dopo quattro mesi di campagna vaccinale, c’è chi non riesce a superare la malattia. L’età media dei deceduti è salita, da 78 anni della prima ondata ad 81 anni. Eppure le vaccinazioni sugli over 80 sono ormai quasi concluse. «Ma nonostante ciò i pazienti più gravi che seguiamo in reparto sono sempre anziani pluri patologici – dice Pusterla – sono sempre loro anche adesso a vedersela peggio. Sono persone non ancora vaccinate, che erano in corso di vaccinazione, magari prenotate o che hanno rinviato visto l’insorgere dei sintomi. Persone che il vaccino spero sottragga al numero dei ricoveri. Detto che può esistere anche nei vaccinati nelle fasi iniziali una recrudescenza. Rispetto alla prima ondata comunque il tasso di letalità è nettamente sceso. È ancora doloroso, ma si è ridotto. È salita invece l’età media dei decessi. La maggior parte, è stata una costante della pandemia, ha comorbidità. Ipertensione, diabete, problemi cardiaci, neoplasie». Resta, secondo Pusterla, l’incognita delle varianti da battere sul tempo.
S.Bac.
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