Viaggio nella giungla del turismo del Triangolo Lariano: siti (e soldi) pubblici, nessuna resa
Erba Il portale Visiterba.it, lanciato in pompa magna tre anni fa, rimanda a pagine a luci rosse. Ma è solo un esempio di come questi investimenti possono produrre più danni che benefici
Tre siti per il Triangolo Lariano, due per il Segrino, due per la riserva Valle Bova e il Buco del Piombo. In città, poi, la situazione è paradossale: il portale Visiterba.it, lanciato in pompa magna tre anni fa, oggi rimanda direttamente a siti pornografici.
Internet resta una formidabile vetrina per il turismo, ma sul territorio erbese rischia di trasformarsi in un boomerang. Chi va alla ricerca di informazioni per organizzare un’escursione tra Erba, i laghi e le montagne Triangolo Lariano si perde in un labirinto di informazioni non aggiornate e contrastanti. Il motivo? Negli anni, sfruttando finanziamenti pubblici, sono stati aperti troppi portali per promuovere le bellezze del territorio, peccato che poi non siano più stati aggiornati.
Oggi il sito di riferimento per la Comunità Montana del Triangolo Lariano è Oltrelario.it, realizzato dal Gal con un finanziamento regionale del 2022. Il portale funziona bene, è aggiornato e ricco di informazioni; lo stesso vale per le pagine social collegate.
Segrino e dintorni
Resta però online anche il vecchio portale Triangololariano.it, non più aggiornato da mesi (o forse anni). Alcuni paesi del Triangolo Lariano sono presenti poi nel portale Lakecomogreenlands.com, realizzato con fondi regionali del 2014: un’altra bella vetrina, dimenticata e mai più aggiornata nonostante a Erba siano presenti cartelli con Qr Code che rimandano a quel sito per conoscere le principali attrazioni turistiche.
Se guardiamo al Segrino, alcune informazioni sul lago si trovano sul sito ufficiale Parcolagosegrino.it, ma la spiaggia ha un sito separato (lidodelsegrino.it). Il portale ufficiale ha un link che rimanda al sito del lido, peccato che l’indirizzo sia sbagliato.
La situazione peggiore, in ogni caso, è a Erba. Il sito ufficiale del Comune contiene alcune informazioni turistiche, bisogna però andarle a cercare nei meandri delle varie sezioni. Fino a qualche mese fa era ancora accessibile Visiterba.it, una vetrina digitale realizzata nel 2021 in collaborazione con commercianti e artigiani: oggi - come detto - rimanda a siti pornografici.
La riserva naturale Valle Bova, frequentata da centinaia di appassionati, non ha neanche un sito ufficiale. Il sito del Comune rimanda al portale parks.it/riserva.valle.bova, gestito da esterni che non lo aggiornano da anni. E il Buco del Piombo? La grotta ha un sito autonomo, museobucodelpiombo.it, anche se è la principale attrazione della stessa riserva.
L’assessore perplesso
«È effettivamente una giungla - commenta Alessio Nava, assessore alla digitalizzazione, all’ambiente e alla riserva Valle Bova - a cui bisogna mettere mano. Per quanto riguarda la Valle Bova, non abbiamo un sito ufficiale ma lo realizzeremo, metteremo anche un link al sito del Buco del Piombo che resterà necessariamente autonomo perché fa riferimento all’associazione che gestisce le visite e vende i biglietti».
Per il resto, continua Nava, «i portali fotocopia finiscono per disorientare chi vuole venire sul territorio. Oggi il sito di riferimento è Oltrelario.it, gestito egregiamente dal Gal e dalla Comunità Montana: fosse per me cancellerei tutti gli altri, ogni paese dovrebbe far inserire lì tutte le informazioni aggiornate rinunciando a piccole singole vetrine».
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