A Kalongo per Padre Ambrosoli: «Qui è ancora viva la sua presenza e la gente è ancora legata alla sua figura»

Ronago Oggi le reliquie esposte all’altare della Madonna della Consolazione. Il racconto della coppia che ha partecipato alla cerimonia in Uganda

I giorni dei ritorni, i giorni della devozione, questi: non si sono ancora spente le emozioni per la beatificazione di Padre Giuseppe Ambrosoli, domenica mattina a Kalongo, in una festa che ha unito fede e giubilo cristiani al folclore e alla cultura africane.

Emozioni provate ancora nel pomeriggio, nella Messa solenne in duomo a Como, presieduta dal Cardinale Oscar Cantoni, folla di fedeli, schiera di autorità, la famiglia Ambrosoli e i ronaghesi in prima fila.

E sarà ancora emozione oggi alle 20.30, in chiesa a Ronago, la chiesa di Padre Ambrosoli che torna di fronte all’altare della Madonna della Consolazione e non torna solo in Spirito.

Infatti, in una teca, saranno esposte le reliquie del Beato, frammenti di ossa e saranno segno della comunione tra il Cielo e la Terra, i vivi e i morti o, come dice il Credo, della comunione dei Santi.

L’ostensione avverrà durante il concerto del Coro “Confitendum”, diretto da Franco Caccia, all’organo Mattia Marelli e, in onore di Padre Ambrosoli, presenterà canti di Felice Rainoldi, Francesco Spagnoli Rusca e dell’indimenticabile maestro ronaghese Angelo Clerici. Sabato 3 dicembre, alle ore 17, Messa a Ronago concelebrata dal Cardinal Cantoni.

Intanto, sono tornati a casa Isabella Guarisco, ostetrica - infermiera e Lorenzo Pini, architetto, la coppia di Ronago che s’è recata a Kalongo per la beatificazione: sul palco, hanno rappresentato la Comunità pastorale di Uggiate - Ronago, abbigliati con i colori del posto, per sottolineare anche simbolicamente la fratellanza con gli Acholi, il popolo di questo angolo d’Uganda.

«Ci ha colpito la gioia della gente, tanto legata alla figura di Padre Giuseppe – rievoca Isabella Guarisco – A Kalongo si sente ancora, viva e ovunque, la presenza del Beato e sono arrivati anche da molto lontano, a piedi, per rendere omaggio. Nei giorni successivi alla cerimonia, stavano ancora danzando e cantando». E condividendo quel poco o niente che hanno: «I pellegrini offrivano acqua – dice Guarisco – avevano solo acqua».

Dalla capitale Kampala a Kalongo, è stato un lungo viaggio attraverso i villaggi: « Popolazioni molto povere - racconta la giovane ostetrica – vivono in capanne di fango e di paglia, la gente condivide ciò che ha e mostra una grande dignità. Forse vivono meglio i poveri nei villaggi, più organizzati, che in città prive delle infrastrutture fondamentali ». Lui ha dato una mano per i preparativi; lei ha visitato l’ospedale e la scuola d’ostetricia che riceverà i fondi raccolti a Ronago per borse di studio a favore di giovani ugandesi.

Ora è atteso il ritorno di Gianni Gasparini, uggiatese, volontario per il gruppo “Kalongo nel cuore”, da due mesi nella missione di Padre Giuseppe per lavorare giorno e notte da tuttofare, muratore, imbianchino, decoratore che tutto ha tirato a lucido.

E domenica, s’è prestato come cameramen, con il suo solito spirito di servizio. Sul palco, era vicino al presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni: dalle immagini, sembrano parlare tra loro, chissà in che lingua.

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